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Carcasse di animali sparite dopo le segnalazioni all'Enpa: indagini in corso

Rizzi, ispettore regionale: "L’ipotesi più calzante o per dirla in breve, la vera e propria firma conduce ai “cacciatori da pelo”

Il 18 aprile scorso un residente di Montegalda ha segnalato alle Guardie Zoofile ENPA del Nucleo di Vicenza la presenza di due volpi adulte morte lungo la recinzione che circonda la collina “monte roccolo”. Il sopralluogo delle Guardie avvenuto a un paio di giorni dalla segnalazione non ha dato risultato, in quanto i due corpi erano stati fatti sparire, a terra solo tracce di erba calpestata. Il 18 maggio altra segnalazione, a meno di duecento metri dalla precedente, i documenti fotografici e video mostravano una famigliola di tassi due piccoli e due adulti morti lungo la recinzione all’interno della zona laghetto e un altro tasso identificato come femmina a distanza di una quindicina di metri in avanzato stato di decomposizione.

La sera successiva alla segnalazione sono intervenute le Guardie Zoofile dell’Enpa, ma anche in questo caso erano spariti degli animali, era rimasta solo la femmina, morta da qualche settimana. L’intervento delle Guardie Zoofile, che hanno informato la Polizia provinciale dei fatti hanno anche avuto segnalazione della sparizione di un paio di gatti.

Per fare chiarezza a quanto successo è intervenuto Renzo Rizzi ispettore regionale Enpa che risiede a cinquecento metri dal luogo dove si sono svolti i fatti: “vedremo le indagini a cosa porteranno, si deve attendere lo zooprofilattico, ma da quanto emerso e dalla metodologia dello svolgimento dei fatti, l’ipotesi più calzante o per dirla in breve, la vera e propria firma conduce ai “cacciatori da pelo”, in pratica i soggetti che uccidono quasi esclusivamente lepri, o comunque mammiferi. Una categoria riconosciuta da sempre come poco incline al rispetto delle regole, non è raro che si segnalino scontri con normali residenti quanto si verificano invasione delle proprietà private non autorizzate alla caccia, o scorribande dei loro segugi nelle corti e nelle aie, oppure quando ne pagano le spese animali da cortile o i poveri gatti che vengono terrorizzati e a volte uccisi da questi cani, o ancora direttamente con le armi perché questi ultimi  “disturbano la pastura”, litigiosi tra di loro per le prede o per le zone di caccia, tanto che a volte arrivano a lanciarsi l’uno nel campo dell’altro salsicce o polpette avvelenate per fare morire i cani e così battere la concorrenza . Ancora sugli sgarri, la lepre spetta a chi “l’ha levata” e non a chi l’ha abbattuta, chi non rispetta questa regola la pagherà cara, come è successo, pochi anni fa, in via Monte Croce, tutti i cani avvelenati a un cacciatore, per questa motivazione, ma il proprietario non ha voluto sporgere denuncia…Ma il più sfortunato animale perchè ritenuto il peggior nemico di questo cacciatore è la mitica volpe, perché è naturalmente un competitore temibile, caccia anche lei i leprotti, il cacciatore si sente defraudato in quanto quelle prede dal suo ragionamento poco razionale spettano a lui, conseguentemente la volpe và eliminata con qualsiasi mezzo “senza se e senza ma”.

"Qui non si tratta di caccia regolare - conclude - ma di volgari uccisori di animali contro le leggi, la selettività, la morale e contro il popolo Italiano in quanto la fauna selvatica è un bene indisponibile dello Stato, sono animali protetti e proprietà di tutti noi; se esistono dei soggetti all’interno di questi gruppi omogenei con un minimo di dignità e giustizia, dovrebbero segnalare questi fatti alle autorità competenti, altrimenti sono complici e vanno annoverati alla stregua dei peggiori bracconieri.”

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