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«Manca l'acqua per irrigare»: Cia Veneto lancia l'allarme

«La scorsa annata agraria ha scontato 1 miliardo di euro di danni a causa della scarsità di precipitazioni: quest’anno il primario rischia di subire gli stessi danneggiamenti, se non addirittura maggiori»

Le piogge previste in questi giorni non basteranno né a ricaricare le falde (il cui livello, stando all’ultimo bollettino della risorsa idrica di Arpav è già “significativamente più basso” rispetto al medesimo periodo del 2022), né ad aumentare le portate dei fiumi della Regione. Secondo un report di Cia Veneto, se dovesse perdurare questa siccità il primario disporrebbe di acqua per le irrigazioni solo fino a metà maggio.

Siccità

I presupposti, peraltro, non sono per nulla buoni, come illustra la stessa Arpav: nei primi quindici-venti giorni di febbraio sono caduti mediamente 0.5 millimetri di precipitazione, quando il valore medio tra il 1994 e il 2022 dell’intero mese è stimato in 60 millimetri. Per quanto riguarda le portate, i deflussi dell’Adige (stazione idrometrica di Boara Pisani) sono inferiori del 26% rispetto alla media del periodo; il Brenta, a Barzizza, registra un -37%, il Po, a Pontelagoscuro, -56%, e il Bacchiglione, a Montegalda, -68%. «Questo trend negativo - chiarisce il presidente di Cia Veneto, Gianmichele Passarini - sta mettendo in crisi gli appezzamenti agricoli, già adesso aridi, nei quali a breve verranno seminate colture quali mais, soia e bietola, oltre all’ortofrutta. Mentre il grano, seminato nei mesi scorsi, è in difficoltà. Ormai non siamo più tenuti a ragionare in termini di emergenza siccità, piuttosto di cronicità. La scorsa annata agraria ha scontato 1 miliardo di euro di danni in Veneto a causa della scarsità di precipitazioni: quest’anno il primario rischia di subire gli stessi danneggiamenti, se non addirittura maggiori. Abbiamo solo due mesi e mezzo di tempo, dopodiché potremmo andare incontro ad un razionamento di acqua relativamente all’utilizzo agricolo. Una fattispecie mai accaduta a metà maggio nella nostra Regione».

Soluzioni

Fra le soluzioni immediatamente praticabili, Cia Veneto chiede ai Consorzi di bonifica «una regolare manutenzione dei canali, al fine di non sprecare nemmeno una goccia di risorsa idrica per fini agricoli, e la previsione di apposite paratoie nei canali, pure in quelli minori, per trattenere quanta più acqua possibile quando piove. Nel medio-lungo periodo, invece, le autorità competenti sono tenute a realizzare degli invasi in grado di raccogliere l’acqua piovana, in particolare in occasione di eventi meteo particolarmente avversi, per poi rilasciala all’occorrenza. Siamo chiamati a fare squadra con le Istituzioni - conclude Passarini - per salvare una stagione che si preannuncia già molto complicata».

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