rotate-mobile
Attualità Arzignano

Concia ed emissioni nocive, «primi passi per un vero contrasto»

Un incontro tra sindaci del comprensorio del medio-basso Chiampo e comitati sancisce la volontà delle amministrazioni di contenere la diffusione dei gas a partire dall'acido solfidrico. I cui livelli «grazie ad un provvedimento unico in Italia» varato dal consiglio della città del grifo «per la prima volta vengono regolati da un ente locale»

Dopo il sit-in di protesta di una settimana fa a Zermeghedo «per un'aria più pulita» i sindaci del basso Chiampo incontrano i cittadini per fare il punto della situazione. L'incontro è avvenuto ieri 31 luglio al comune di Chiampo dove ha tenuto banco il tema delle emissioni di idrogeno solforato (meglio noto come acido solfidrico) da parte delle concerie. Una materia controversa rispetto alla quale si registra la novità del comune di Arzignano che due giorni fa «primo comune in Italia» ha deciso di fissare dei paletti proprio per le emissioni da idrogeno solforato.

L'INCONTRO
Al tavolo tecnico organizzato ieri a Chiampo c'era Matteo Macilotti sindaco della cittadina lessina che ha fatto gli onori di casa nella sua veste di assessore provinciale all'ecologia. Con lui c'erano Luca Albiero, Diego Zaffari e Dino Magnabosco rispettivamente sindaci di Zermeghedo, Montorso e Montebello Vicentino. Assieme a loro gli esponenti del comitato «Diritto di respirare» presieduto da Filippo Albiero. E se gli amministratori alla fine del summit hanno preferito non rilasciare dichiarazioni, Filippo Albiero ai microfoni di Vicenzatoday.it si è detto tutto sommato soddisfatto («si stanno muovendo i primi passi per un vero contrasto all'inquinamento») anche in considerazione del fatto che i sindaci hanno comunicato la volontà di volere cominciare a discutere «seriamente» dei numerosi problemi che affliggono il comprensorio che da anni deve affrontare la pressione ambientale non solo delle concerie, ma anche della chimica nonché della fonderia montorsina.

LA VERA NOVITÁ
Tuttavia la vera novità di queste ore sul fronte emissioni giunge dal Comune di Arzignano. La maggioranza leghista che regge le sorti del consiglio comunale della città del grifo due giorni fa con vero e proprio coup de théâtre ha approvato un emendamento al nuovo regolamento di igiene urbana presentato dalla stessa maggioranza (più segnatamente dal consigliere Giorgio Gentilin, già sindaco di Arzignano): quest'ultimo, anche come medico pneumologo, si è speso lungamente sulla necessità di introdurre una serie di limiti in una città come Arzignano in cui la concia ha un peso rilevantissimo anche sul piano della incidenza ecologica.

Un emendamento nel quale si inseriscono una serie di limiti alle emissioni dell'idrogeno solforato (emissioni da tempo al centro do una querelle al vetriolo tra ambientalisti e imprenditori coi secondi, almeno in larga parte, che chiedono meno vincoli). Detto in estrema sintesi la nuova disciplina adottata dall'assise arzignanese in qualche modo fa propri i livelli di soglia già elaborati in passato dalla Organizzazione mondiale della sanità ossia dall'Oms: per le imprese che non dovessero rispettarli prevede sanzioni pecuniarie e come extrema ratio anche la sospensione della attività produttiva.

CRITICHE DALLA OPPOSIZIONE
La novità è stata accolta con alcune severe critiche dalla opposizione di centrosinistra: non tanto nel merito quanto nel metodo. «Il blitz» scelto dal centrodestra avrebbe lasciato poco tempo alla opposizione per valutare gli aspetti tecnici del provvedimento che durante la seduta ha rimarcato più volte questo aspetto sia col consigliere Michele Carlotto, sia col consigliere Nicolò Sterle.

IL CONTESTO
Ad ogni modo il dato uscito da piazza della Libertà è destinato ad avere un impatto nel resto della vallata. Se Arzignano, che secondo Arpav presenta criticità in materia di emissioni di acido solfidrico (che sul piamo odorigeno è noto per il caratteristico sentore di uova marce e che oltre una certa soglia è assai nocivo) meno preoccupanti della bassa valle del Chiampo, perché i comuni di Montorso, Montebello e soprattutto quello di Zermeghedo, il quale sempre secondo Arpav presenta gli sforamenti più preoccupanti, non dovrebbero muoversi in tal senso?

Queste sono le questioni che riecheggiano tra gli attivisti nell'Ovest vicentino, parole che vanno lette in filigrana, anche nel contesto delineato dal vicesindaco arzignanese del Carroccio Enrico Marcigaglia (suo il referato alla polizia municipale) il quale a margine della seduta ha detto: «Siamo il primo comune in Italia che decide di normare un aspetto del genere». Il vicesindaco infatti pur senza dirlo apertamente fa capire che ambiti di questa valenza dovrebbero essere normati dalla Regione o dallo Stato, dando ad intendere che il comune pur con i suoi limiti istituzionali ha deciso di fare una scelta ben precisa. Parole che in qualche modo trovano conferma nella breve nota con cui la giunta comunale capitanata dal sindaco Alessia Bevilacqua stamattina ha commentato la decisione votata in consiglio.

IL RETROSCENA
Non di meno non può essere sottaciuto il clima che in seno alla Lega si vive nell'Ovest vicentino. Marcigaglia rappresenta l'ala più ortodossa del partito che in qualche modo si identifica idealmente con il leader nazionale ossia l'ex vicepremier Matteo Salvini. Sul fronte opposto c'è invece il leghista Giuspeppe Castaman, già sindaco di Zermeghedo, già presidente del consiglio provinciale di Vicenza, già presidente del Lions di Arzignano, Castaman rappresenta l'anima più versicolore e trasversale del Carroccio, con ottime entrature presso il cerchio ristretto degli aficionados del governatore veneto del Carroccio Luca Zaia e con buonissimi rapporti diplomatici col mondo delle imprese. In questo contesto non è da escludere che l'iniziativa partorita ad Arzignano abbia assunto, magari ex post, anche la valenza di una scoppola «ben assestata» alla Lega del comprensorio del basso Chiampo nella quale Castaman risulta essere una delle punte di diamante: una corrente, più o meno sottovoce, accusata di collateralismo col Pd e da alcuni considerata troppo tenera rispetto ai desiderata degli industriali conciari.

E che la partita comunque abbia anche una valenza regionale lo dimostra il fatto che sulla querelle in corso tra mondo delle imprese e galassia ambientalista è intervenuta anche Sonia Perenzoni. Già consigliere comunale a Montecchio Maggiore, oggi candidata per il M5S a palazzo Ferro Fini, la Perenzoni in una nota diramata ieri si è detta preoccupata della situazione relativa alle emissioni di acido solfidrico e si è impegnata a portare la questione all'attenzione del consiglio regionale qualora risultasse eletta.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Concia ed emissioni nocive, «primi passi per un vero contrasto»

VicenzaToday è in caricamento