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Migrazione degli anfibi vicentini: cercasi rospista

Come diventare volontari, sono gli ultimi giorni per vivere questa particolare esperienza nella natura

All'inizio di ogni primavera, gli anfibi si destano dal letargo e, a decine di migliaia, migrano in massa verso i corsi d’acqua per deporvi le uova. Per farlo, devono attraversare strade anche molto trafficate finendo in gran parte schiacciati dalle automobili.

Purtroppo gli anfibi sono dovunque minacciati d’estinzione a causa della distruzione e sottrazione dell’habitat e dell’inquinamento. Pagano il prezzo salatissimo di essere animali piccoli, schivi e poiché prevalentemente notturni, “invisibili”, per cui la loro esistenza è quasi totalmente ignota con la conseguenza che si tende a sottovalutare il grande valore dalla loro presenza nell’ambiente. Ricordiamo che questi “animaletti”, cibandosi d’insetti e quindi preziosissimi per l’agricoltura, sono anche importantissimi bio-indicatori dello stato di salute dell’ambiente. È in quest’ottica che dovrebbero essere salvaguardati. Sono creature viventi che, in quanto tali, meritano rispetto e anche soprattutto per il fatto che sono indispensabili al mantenimento del delicatissimo equilibrio naturale.

Volontari cercasi

Come partecipare attivamente all’attività di salvataggio. Le uscite si organizzano in turni nel solo periodo di migrazione (che dura circa un mesetto). I nuovi volontari escono sempre dapprima con gli esperti, così da imparare a svolgere l’attività in sicurezza per sé stessi e per gli animali. L’attrezzatura che serve è davvero semplice da reperire: un secchio (disinfettato e risciacquato) per trasportare gli animali, un gilet catarifrangente, guanti da ortofrutta e una torcia per vedere e farsi vedere, un taccuino su cui segnare i dati. A questi ultimi teniamo particolarmente, perché ci permettono di analizzare la consistenza numerica delle popolazioni locali nel tempo, utile a capire se e quanto stanno bene ed intercettare per tempo eventuali cause di preoccupazione. Per diventare volontari inviare un messaggio privato su Facebook (SOS Anfibi Vicenza) o via email a sosanfibivicenza@gmail.com.

Attenzione con le auto

Gli anfibi si possono anche mimetizzare sull'asfalto: a volte ciò che può apparire come una foglia secca è in realtà un anfibio in strada.

Dove rallentare con le auto

  1. lago di Fimon
  2. Castegnero
  3. zona Gogna (Vicenza)
  4. Ca' vecchie (Brendola)
  5. Ex Cave Lovara (Chiampo)
  6. Recoaro Mille
  7. comune di Laghi
  8. Forni (nella Valdastico)
  9. Altopiano dei Sette Comuni (tra cui Val Chiama, Val Lastaro e Conco)
  10. Calvene.

Chi è SOS Anfibi Vicenza

Dal 2016, SOS Anfibi - Provincia di Vicenza (SOS Anfibi Vicenza) è un gruppo di numerosi cittadini volontari già attivi in diversi comuni della provincia per la preservazione dell’ecosistema locale, con particolare attenzione agli anfibi. Le attività che svolge sono di 3 tipi:

- il salvataggio dagli schiacciamenti stradali durante la cosiddetta migrazione riproduttiva degli anfibi;

- gli incontri di sensibilizzazione con la cittadinanza;

- il dialogo con le amministrazioni del territorio per il supporto nell'iniziativa e la ricerca di una soluzione quanto più definitiva per la tutela degli anfibi e dei loro ecosistemi.

Perché l'attenzione agli anfibi

Il declino della biodiversità ormai è generalizzato ed investe praticamente qualsiasi elemento dell’ecosistema: le attività umane hanno un grave impatto su componenti che garantiscono anche la nostra stessa sopravvivenza su questo fragile pianeta. Particolarmente colpiti sono gli anfibi (rane, rospi, tritoni, salamandre etc.) che vedono sempre più ridursi i loro habitat, anche nel vicentino.

Gli anfibi infatti sono la classe di vertebrati più minacciata a livello globale. Per questo sono considerati animali da proteggere da importanti normative anche internazionali: la Convenzione di Berna del 1979, la Legge Regionale veneta n. 53 del 1974 e soprattutto la Direttiva 92/43/CEE (“Habitat”), in cui molte specie di anfibi risultano tutelate in quanto specie «di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa». Da molti anni, per far fronte alle lacune nell’applicazione della Direttiva per la salvaguardia degli anfibi, in tutta Italia vengono organizzate importanti azioni di conservazione attiva, come quelle effettuate da noi volontari.

Tra le cause del declino citiamo cementificazione, pesticidi, bonifiche, inquinamento di aria e acqua, l'immissione di animali alloctoni. Un'ulteriore causa, l'unica in cui come volontari riusciamo a intervenire direttamente, è quella degli investimenti causati dal traffico stradale.

Al termine dell'inverno, infatti, molte specie di anfibi si risvegliano dall’ibernazione (una sorta di letargo che li aiuta a superare i rigori dell’inverno) e si spostano verso i luoghi in cui andranno a deporre le uova: stagni, laghi, pozze, piccole raccolte d’acqua.

Questi spostamenti, che avvengono prevalentemente dopo il crepuscolo e spesso assumono le caratteristiche di una vera e propria migrazione di massa, sono spesso intercettati da piccole o grandi strade. Da cui il problema degli investimenti, che ogni anno miete migliaia di vittime. Non solo, ma pensiamo anche allo schiacciamento di una sola rospo femmina: non significa uccidere un unico esemplare, ma condannare anche i potenziali 5.000 nascituri, tante sono le uova che in media una femmina ha dentro di sé.

Speranze per il futuro

L’attività del gruppo non si ferma a “salvare l’animale”, ma promuove la sensibilizzazione dei cittadini attuali e futuri, e dialoga con le amministrazioni per cercare di implementare soluzioni che risolvano il problema senza l'azione dei volontari, che non può che considerarsi temporanea e "in emergenza". Un'importante soluzione può essere la creazione o ripristino delle aree umide, per sopperire al consumo di suolo che porta alla scomparsa di ambienti non solo importanti per la riproduzione degli anfibi, ma estremamente pregiati anche dai punti di vista naturalistico e ricreativo.

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