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Ugone: «Pronti a scendere a Roma se il decreto indennizzi si impantana al Quirinale»

L'avvocato Andrea Arman, presidente del coordinamento dei risparmiatori don Torta, assai vicino alle posizioni di Ugone, dà una personale lettura della vicenda

«Se i decreti attuativi per gli indennizzi dei crac bancari dovessero impantanarsi negli uffici del Quirinale in attesa della firma del presidente della repubblica Sergio Mattarella, quest'ultimo sappia che sin da ora siamo pronti a riempire un bel po' di pullman per andare a protestare a Roma».

Sono queste le parole usate da Luigi Ugone che stamani si è riunito con i vertici dell'associazione «Noi che credevamo nella BpVi» per un briefing durante il quale si sono tirate le somme dei forum dei risparmiatori che la stessa associazione ha organizzato l'altro ieri al Palapalladio di Vicenza. «È chiaro - fa sapere Ugone, che della associazione di via Zamenhof è il presidente, che noi già da oggi vigileremo con attenzione per vedere se il governo manterrà le promesse fatte sabato in modo solenne davanti ad un migliaio di persone».

E mentre i media continuano a parlare di possibili problemi che il dossier ristori potrebbe avere in ragione dei dubbi di Bruxelles, l'avvocato Andrea Arman, presidente del coordinamento dei risparmiatori don Torta, assai vicino alle posizioni di Ugone, dà una personale lettura della vicenda. In una intervista concessa ai microfoni di Vicenzatoday.it infatti il legale trevigiano spiega che le ritrosie della Ue non sono dovute tanto alla somma in ballo per gli indennizzi, più o meno un miliardo e mezzo di euro, quanto ad una visione ideologica della tecnocrazia europea la quale gradisce poco, spiega Arman, che la norma d'uno stato membro garantisca i risparmiatori più che il capitale.

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