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Vicenza tra bancarotta, aste deserte e play out: l'opinione di Alberto Belloni

Arduo cercare capire che ne sarà del Vicenza Calcio, sempre più travolto dagli eventi e alla vigilia della sfida salvezza

Cominciamo dalle cose sicure. Seconda asta deserta. Allenatore giubilato. Ultimo posto, nonostante la riduzione da 4 a 3 punti della penalizzazione. Ombre minacciose all’orizzonte per lo spettro della bancarotta fraudolenta.

Andiamo per gradi

Sul fronte della procedura fallimentare, dunque, anche il secondo appuntamento di fronte al giudice Limitone si è esaurito in burletta: qualche solito noto e pochissimo altro. I francesi sono tornati a Vicenza con tante buone intenzioni ma senza la fatidica busta: probabilmente la prima volta erano in città per vedere la mostra di Van Gogh prima della chiusura e in questa seconda avranno approfittato per visitare l’interno di Villa Rotonda. Sin qui, la loro presenza ha avuto più l’aspetto di una visita turistica che di una seria presa di contatto per acquisire il club berico.

Per la cordata Samori, rappresentata in riva al Bacchiglione da Meridio, la soluzione Vicenza appare, al più, un ripiego in caso di tramonto delle velleità sul Modena. E, anche in questo caso, l’ineffabile indifferenza sul prendere uno o l’altro dei club lascia intuire molte cose sulla serietà di un progetto collegato strettamente al territorio.

Dopo il secondo flop

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