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Vicenza-Renate, l'analisi: Gente affamata in campo e Ferri in tribuna

Qualche riflessione sulla partita di mercoledì: Magri ha dimostrato gran voglia di riscatto, incognita mercato e un futuro dirigente (o allenatore) in compagnia di Pioppi

Il punto colto al Menti contro la ex capolista non va archiviato negativamente, ma la notizia è che il Vicenza resta fuori dalla zona play off; con meno partite, ma sempre fuori.

La partita

Per spiegare le pagelle occorre dividere la partita in due parti: quella fino all’espulsione e l’ora giocata successivamente. Dopo lo sciagurato fallo di Ungaro, in campo c’è stata un’unica squadra e solo la bravura di Di Gregorio e qualche sbaglio della prima linea (su tutti il pallone sparato da Lanini sul portiere, con Ferrari libero alla sua sinistra, fotocopia dell’errore di Giacomelli a Verona) hanno consentito ai lombardi di uscire indenni dal terreno berico. E bene ha fatto Colombo a sottolinearlo.

Se però analizziamo i 37’ giocati dalle due formazioni ad armi pari, il giudizio diventa molto diverso. In parità numerica il Vicenza ha sofferto in modo evidentissimo le folate di un Renate apparso la migliore contendente vista quest’anno sul terreno amico: trame efficaci, velocità nei capovolgimenti di fronte, qualità nei passaggi, perfetta disposizione nei vari settori. Da parte sua il Lane ha sciorinato il solito gioco lentissimo, fatto di una trama esasperante di passaggi laterali o all’indietro, povero di idee, con ripartenze macchinose che rendevano agevole lo schieramento difensivo dei nerazzurri.

L’allenatore (che più tardi ha azzeccato i cambi, soprattutto con l’inserimento di Giacomelli e De Giorgio) è partito con un 3/5/2, spesso trasformato in 5/3/2, che a tratti è parso in balìa dell’avversario. Non ha convinto l’insistenza su Alimi, resosi ormai insopportabile al pubblico per la sua idiosincrasia a qualsiasi forma di accelerazione e ieri insolitamente sporco persino negli appoggi e la scelta del doppio centravanti. Anche se nel dopopartita sia il tecnico che Comi si sono esibiti in lodi sperticate circa il lavoro d’appoggio dell’ex veronese, la mia impressione è che si tratti di due elementi abbastanza simili, da innescare in maniera non dissimile, mentre a questo Vicenza servirebbe una punta con caratteristiche differenti (un brevilineo alla Otero, tanto per dire) in grado di effettuare diversi movimenti. Visto che fino a gennaio un puntero con queste caratteristiche non sarà in rosa, non sarebbe il caso di tentare un modulo diverso, che privilegi gli esterni, e i fantasisti, di cui invece l’organico è piuttosto ricco?

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