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Il punto di Alberto Belloni: "Niente pianti, siamo su scherzi a parte"

Perdendo a Ravenna, Lerda & C. renderanno vieppiù surreale un’asta che per molti versi già si avviava a togliere le ultime stille di entusiasmo ai pazzi che avessero in programma di mettere un offerta nella fatidica busta

“Finchè la matematica non ci condanna, daremo tutto per raggiungere comunque l’obiettivo della salvezza”. Se non ci fosse il silenzio stampa e se le fantainterviste fossero pratica consolidata, questo certamente blatererebbero oggi i giocatori del Lane. In effetti mancano ancora 6 punti, consentendo di poter sperare nel raggiungimento di quota 36. Solo che a 36 non è detto che ci si salvi, soprattutto se gli avversari inanellano risultati insperati (ed improbabili, come spesso accade a questo punto della stagione). Tipo Fano e Gubbio che vanno a vincere a Trieste e Bassano, mettendo tre punti in casella, laddove i pronostici ne assegnavano zero.

MEGLIO IL SILENZIO STAMPA CHE EVITA LE FREGNACCE 

“In fondo, le due occasioni più clamorose le abbiamo avute noi con Ferrari nel primo tempo ed Alimi nella ripresa - continuerebbe la fantaintervista - e, gol a parte, il nostro portiere non ha dovuto fare parate di rilievo.” Continuando così nel loro sport preferito, che è ed è stato l’elencazione di alibi, scuse e motivazioni a discarico. Meglio dunque che siano imbavagliati secondo il volere del dr. De Bortoli, evitandoci almeno di dover registrare una nuova serie di fregnacce. Perdendo a Ravenna, Lerda & C. renderanno vieppiù surreale un’asta che per molti versi già si avviava su un canovaccio ioneschiano, rischiando di togliere le ultime stille di entusiasmo ai pazzi che avessero in programma di riempire con un’offerta la fatidica busta.

“Chiediamo scusa ai tifosi che ci hanno sempre seguito e sostenuto…”. Con queste parole si chiuderebbe di certo il peana postpartita. Come se i supporter potessero sentirsi minimamente consolati dai pianti di coccodrillo. Me li vedo i nostri eroi, lì, col notes in mano a far la conta dei possibili sviluppi di classifica e di play off, battendosi forti pacche sulle spalle per rinsaldare l’unità del gruppo. “La vita è quel che accade intorno mentre sei impegnato a fare altri progetti.” diceva John Lennon. E davvero sembra che, l’ormai ridotta nei ranghi, pattuglia costruita in estate da Moreno Zocchi continui a vivere il suo incubo prendendo in giro sé stessa e l’ambiente che la circonda: “Noi siamo una squadra tecnicamente superiore alle altre. Siamo una compagine da play off e non capiamo come ci si trovi adesso sull’orlo del baratro.”

SOGNAMO PURE TUTTI...

La tesi, se non fosse tragica, sarebbe persino divertente. Una squadra davvero migliore delle altre avrebbe superato i difficili scogli di questa stagione: il precampionato tribolato, le vicissitudini societarie, i problemi di liquidità, la perdita di qualche giocatore strada facendo, ecc. Perché la qualità, alla fine di un campionato così lungo, dovrebbe comunque pagare. Invece siamo ultimi. Di recente, addirittura, i biancorossi hanno raccolto solo 3 punti sui 15 a disposizione, trasformando le ultime gare, quelle del rush finale, nella carica suicida di Balaklava. Ma il Vicenza è forte, superiore per valore intrinseco a molte delle contendenti.

Bisognerebbe peraltro convincere della cosa anche gli avversari, altrimenti (come è successo con Renate, Pordenone, Ravenna ecc.) c’è il rischio che non se ne rendano conto e vincano lo stesso le partite. Come vivere allora questi ultimi 180 minuti di agonia? Attaccandosi con le unghie e con i denti ad una sbrindellata Dea Speranza? Oppure vivere il trapasso con consapevolezza e dignità? Magari chiedendo al curatore (o a chi ci sarà dopo il 27) un estremo gesto di dignità, un atto simbolico, roba che non serve a cambiare la situazione ma segna un giudizio morale su quanto sta accadendo.

Tipo non giocare le ultime due gare con la maglia biancorossa a strisce, oppure lasciare gli ultimi appuntamenti alla formazione Beretti. Un sussulto etico che sarebbe ben gradito dalla maggioranza dei supporter. Una piccola, microscopica soddisfazione nell’inferno del “Mai una gioia”. Ma ci sarà ancora chi non rinuncia a sognare, irriducibile ostaggio dell’amore per questi colori. Sogna pure. Sogniamo pure tutti, noi innamorati della R sulle maglie. Chissà, magari ci sveglieremo e ci diranno in coro: “Niente paura, siete su Scherzi a parte…”

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