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"Aura di negatività": il nuovo mistero biancorosso

Le parole del sindaco fantasista biancorosso prima della partenza per Teramo

Il Vicenza si appresta alla trasferta di Teramo conscio che si tratta di un appuntamento importante per consolidare la posizione in classifica e nel contempo tener lontani gli avversari abruzzesi (i quali seguono il Lane in classifica a sole quattro lunghezze di distanza n.d.r.). Questo il Curciopensiero, espresso nella conferenza stampa del venerdì.

“Il nostro momento è quel che è – ha continuato il fantasista – ma a me sembra che siamo in crescita. Abbiamo riguardato la gara di domenica, contando ben 14 palle gol create. Certo stona l’atteggiamento tenuto nel secondo tempo, quando abbiamo iniziato a subire l’avversario, ma finchè abbiamo giocato come sappiamo tutta questa differenza tecnica con i nostri avversari io non l’ho proprio vista, anzi… E’ difficile spiegare che cosa ci capita quando ci troviamo in vantaggio, sembra quasi che qualsiasi pallone che si avvicina all’area sia destinato a costarci il gol. E’ come un’aura di negatività che ci avvolge e che secondo me non abbraccia solo noi giocatori ma un po’ tutto l’ambiente. Ovviamente non mi riferisco ai tifosi, che ci hanno sempre sostenuto nel corso delle gare a ai quali si può concedere qualche fischio a fine partita, se le cose non sono andate come ci si aspettava. Secondo me, in vista della parte finale di stagione, sarà essenziale in ogni settore recuperare uno spirito di positività, perché siamo intenzionati a giocarci fino in fondo le nostre carte.”

Al di là delle buone intenzioni e delle dichiarazioni di intenti, mi soffermerei proprio su quel concetto di “aura di negatività” che non mi risulta di facile comprensione. Tenendo fuori i supporters, che Curcio ha opportunamente scagionato, a chi si riferiva il giocatore, parlando di componenti che difettano di positività? Era un autodafè? Un’ammissione di colpa da parte della squadra? Difficile da credere…

Si riferiva alla dirigenza? Cioè, sarebbero Renzo Rosso, Bedin e Seeber a guardare verso le prestazioni in campo con un occhio prevenuto? Anche in questo caso la spiegazione non pare convincente.

E’ allora Colella ad attirare sul gruppo i fulmini esiziali della Dea Eupalla, musa del gioco pallonaro? Povero mister, gli manca solo di farsi la nomea di iettatore, peggio della povera Mimì…

E allora non resta che dedurre che, ad alimentare questa misteriosa aura di negatività, nient’altro sia che non la stampa. Questa diabolica dispensatrice di giudizi negativi, di impietose pagelle, di ripetuti peana mirati a rivelare all’inclita e al volgo che il Re è nudo.

Non che questo crei particolare stupore, intendiamoci. E’ roba già vista e sentita da chi, come il sottoscritto, vive di pane e calcio da una sessantina d’anni. Ma invece di cercare capri espiatori per le proprie magagne, ogni tanto sarebbe produttivo sentire un bel mea culpa, gridato forte e chiaro. Magari seguito da un colpo di spugna collettivo sul passato, per concentrarsi assieme sugli obiettivi ancora possibili.

Lo so, ammettere gli errori è uno sport poco italiano. In genere siamo molto più forti nell’arrampicata sugli specchi. La quale tuttavia, in genere, ti riporta immancabilmente a dov’eri partito e con le unghie rotte.

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