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Scandalo ball girls al Menti: l'opinione di Alberto Belloni

Renzo Rosso non gode (ancora) del dono dell’infallibilità. Siamo nel campo dell’opportunità e dello stile, è lecito non essere d’accordo. Ma promuoverlo a questione morale farebbe scompisciare dalle risa. Lecito, però mettere dei paletti

Primo: le involontarie protagoniste della querelle sono (mi risulta) ragazzine Under 16. Le quali sono gradevolissime alla vista con i loro corpi flessuosi ma sempre poco più che bambine ed evocano il dubbio che chi le definisce scandalose un qualche piccolo tarlo pedofilo lo possa magari nascondere.

Secondo: se il problema invece non sta nell’indecenza delle pulzelle ma nella necessità di non “contaminare” il calcio con spettacolarizzazioni collaterali, ricordo sommessamente che attorno al mondo del pallone ha ruotato in questi anni un po’ di tutto; nani, equilibristi, buffoni e ballerine, nonché escort, spacciatori, tiratori di coca, scommettitori, magliari, venditori di partite, falsificatori di passaporti e guitti del reality. Vogliamo ora fare tutti le verginelle per gli shorts a bordo campo? Ma mi facci il piacere (come direbbe il Principe de Curtis)…

Terzo: l’ululato dei moralizzatori è stato così potente da coinvolgere politici, associazioni femminili, l’Inquisizione dei social e persino il presidente AIC Damiano Tommasi. Magari tanta furia moralizzatrice sarebbe stata utile anche in occasione di tante magagne del nostro Bel Paese, passate invece quasi sotto silenzio. Che dite? Ma non val la pena di andare oltre.

Solo una nota finale, per le povere pallavoliste, sbattute loro malgrado in prima pagina, nemmeno fossero lo strumento di Satana per obnubilare le menti dei casti tifosi berici. Voglio dir loro: state tranquille, ragazze. Non avete fatto nulla di indecente, nulla che debba far vergognare i vostri genitori e nulla che dobbiate ricordare in futuro come ignobile. E’ stato solo un gioco. Se continuerà nelle prossime partite, vi spediranno certo a bordo campo col maglione a collo alto e i pantaloni della tuta.

Così da non offendere la sensibilità di nessuno. Ma ricordatevi che la malizia sta quasi sempre più negli occhi di chi guarda che nell’oggetto dello scandalo. Il motto del nobilissimo Ordine della Giarrettiera inglese recitava: “Honny soft qui mal y penso”. Che più o meno vuol dire: “Sia maledetto chi pensa male”. Forse dovevate scriverlo anche voi, sulle vostre casacche verdi. Magari qualcuno ci avrebbe fatto caso, ammesso che non fosse troppo ipnotizzato dai pantaloncini lascivi

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