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Fine mercato: cosa è successo

Perché un solo acquisto in luogo dei due previsti? Nessun mistero…

Finalmente. L’abbiamo detto in molti, ora che il Supermarket ha chiuso e si può tornare al calcio giocato chiudendo l’infinita parentesi del mercato pallonaro.

Tutto come previsto per il Vicenza: squadra che vince non si tocca o si tocca il meno possibile. Dopo un susseguirsi di nomi che rassomigliava tanto alle combinazioni della Battaglia Navale (Pacilli, Vivacqua, Chiaretti, Paponi, Brighenti, Melchiorri, Siligardi, Ardemagni, Di Mariano e ne dimentico di sicuro almeno una mezza dozzina) in via Schio è approdato soltanto il trentenne Andrea Nalini, esterno d’attacco proveniente dal Crotone, veronese di Isola della Scala ma mai all’Hellas (per lui solo Virtus VR oltre alla Salernitana). Cos’è successo? Niente che non fosse prevedibile.

La dirigenza del Lane aveva puntato su due obiettivi, uno prioritario e l’altro accessorio. Il primo era finalizzato a coprire un’obiettiva carenza sulle fasce offensive, sulle quali i biancorossi potevano contare solo su Giacomelli, Vandeputte, Zarpellon e Tronco. L’altro mirava a potenziare una prima linea che negli ultimi tempi pareva un tantino appannata. Per questoa famiglia Rosso aveva messo a disposizione di Magalini un po’ di denaro (un po’, mica il tesoretto del Monza) per portare a termine la missione. La scelta di puntare tutto su Nalini è presto detta: i bomber veri, quelli in grado di far fare un vero salto di qualità all’attacco berico si sono rivelati irraggiungibili per il budget Vicenza.

E comprare tanto per comprare non aveva senso. Aleggiava anche nell’aria, tanto per aggiungere un ulteriore elemento, il dubbio che un top player ingaggiato a metà stagione avrebbe potuto rovinare il giocattolo di Di Carlo, innescando nel gruppo pretese e malcontenti di cui la squadra non sente davvero il bisogno. L’operazione avrebbe avuto forse qualche chance in più se si fosse rivelato possibile l’inserimento nella trattativa di Saraniti a parziale conguaglio. Ma così non è stato. Finale, quindi, scontato. Il nuovo acquisto non è stato individuato a caso ma proprio in previsione che l’operazione bomber non andasse in porto.

Andrea Nalini, infatti, è un giocatore che predilige la fascia destra ma all’occorrenza sa giocare anche su quella sinistra e nel suo bagaglio c’è persino il ruolo di seconda punta. Non è un cannoniere ma i suoi gol li ha sempre fatti (3 in Calabria e 2 alla corte di Lotito) e si è imposto soprattutto come uomo/assist. Il suo arrivo, dunque, dà un colpo al cerchio ed uno alla botte. Potenzia le corsie laterali, fornisce un’opzione in più sulla trequarti in caso di 4/3/1/2 e lo candida, in certe chiavi tattiche, come attaccante aggiunto.

L’unico rischio è il suo stato fisico, visto che in carriera è incappato in un brutto infortunio. Ma lo staff del Vicenza avrà senz’altro fatto le opportune verifiche. Restano dunque inalterati i punteros, con fiducia confermata all’Artigliere Marotta, all’ormai recuperato Guerra, all’affidabile Arma e allo stesso Andrea Saraniti, che ora può giocarsi le restanti partite in tutta tranquillità, alla ricerca di una conferma a fine stagione. Sul fronte delle partenze, due soli addii.

Quello, quasi scontato, di Bonetto, irrimediabilmente chiuso nella difesa dei record dal poker Padella, Cappelletti, Bizzotto e Pasini (con Bruscagin che in caso di necessità può anche giocare centrale) e di Emmanuello. Su quest’ultimo, rientrato alla Pro Vercelli, due parole a parte. Si tratta probabilmente della più grossa delusione del mercato estivo. Il giovane centrocampista di scuola Juventus non è mai riuscito a convincere l’allenatore, nonostante qualche opportunità gli sia stata data. Si tratta di un giocatore di talento, per cui l’augurio a lui come a Bonetto è di pronte soddisfazioni nella nuova destinazione. Un’ultima annotazione sull’attacco biancorosso.

E’ proprio tutto finito o potrebbe esserci spazio per qualche soluzione interessante nelle prossime settimane? A mercato chiuso le possibilità potrebbero indirizzarsi esclusivamente verso giocatori non contrattualizzati, per i quali c’è tempo fino a fine marzo. Il Lane ha liberato due posti in organico ma ne ha occupato solo uno. Lo spazio ci sarebbe, quindi. In giro tra i disoccupati non c’è molto, ma qualche idea potrebbe venire, specie se la casellina biancorossa delle reti segnate dovesse languire. C’è Matri, tanto per fare un esempio, che si è appena svincolato dal Brescia e sembra non aver ancora chiuso col Parma. Potrebbe essere questo il pensiero stupendo che Magalini serba gelosamente nella sua mente? Oppure Giuseppe Pepito Rossi o chi altro? Magari meglio tenerci i nostri e lasciar stare i voli pindarici, che ne dite?

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