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La vittoria (per ora) dei mugugnatori: Grazie Mr Diesel ma...

Qualche riflessione dopo lo scialbissimo pareggio casalingo con la Fermana e le dichiarazioni nell'immediato post partita del patron

Il Vicenza, a 36 punti, è uscito teoricamente dalla zona play off.

Tengono banco, nel giorno successivo al pari interno con la Fermana, le dichiarazioni di Renzo Rosso, che si possono sintetizzare in due frasi:

“non siamo inferiori al Pordenone capoclassifica”

e

“personalmente so di aver fatto quanto possibile per portare in alto questo club”.

Il primo punto non val nemmeno la pena di essere commentato e va archiviato sotto la voce “sfogo a caldo senza opportuna riflessione”. Merita invece qualche commento il secondo aspetto. Premetto, come faccio spesso, che sarebbe un errore gravissimo osservare la situazione attuale dei biancorossi dimenticando gli enormi meriti acquisiti dal patron nel momento in cui la sua offerta all’asta in Tribunale ha di fatto evitato alla società di precipitare nel calcio dilettantistico. Una premessa doverosa, perché costituisce il fondamento di un cospicuo capitale di gratitudine che mister Diesel farà bene a gestire con scrupolo. E poco importa se quell’operazione di acquisizione del club sia stata dettata da ambizione personale, strategia comunicativa o step intermedio per un’entrata ad alto livello nel mondo del calcio internazionale. Gli va comunque riconosciuto il merito di averci messo dei soldi (pochi o tanti, sono quattrini suoi e non nostri, se non nella minima parte del botteghino), la faccia e l’immagine aziendale.

Non faremmo tuttavia un favore alla Nobile Provinciale, né come tifosi, né come addetti ai lavori, se la ricompensa per tale impegno si limitasse a un “tutto va ben Madama la Marchesa” acritico e servile.

L’aiuto al Vicenza nel suo rilancio passa, oggi come oggi, soprattutto attraverso una disamina critica sugli errori (ed evidentemente ce ne sono stati) che hanno portato la squadra ad una posizione di rincalzo in campionato. Sono errori che toccano la costruzione del gruppo (buono, per molti versi, ma non completo in alcuni settori e privo di un vero leader, in campo e fuori), la conduzione tecnica (chi pensava che il problema stesse in Giovanni Colella avrà toccato con mano le grandi difficoltà che incontra lo stesso Michele Serena) e il modo di approccio alla sfida (probabilmente RR era convinto che quel che s’è dimostrato efficace nel mercato commerciale potesse essere pedissequamente riprodotto anche nel mondo del pallone). Dove invece gli slogan contano pochissimo e la mentalità vincente deve fare continuamente i conti con il numero di variabili incontrollate che fanno di questo sport una delle avventure più rischiose che un manager possa affrontare.

E allora, be brave, Renzo! Fermati a fare il punto della situazione, con attenzione ma anche con spietata lucidità. Perché se questo ha da essere l’anno zero nella cavalcata verso la serie B e poi incontro a traguardi ancora più ambiziosi, occorre trar beneficio da quanto avvenuto in questi mesi di rodaggio. La piazza di Vicenza regala moltissimo ma pretende dalla proprietà un timone saldo e una rotta comprensibile a tutto l’ambiente.

C’è ancora spazio per rientrare in zona play off e per raddrizzare una stagione sin qui al di sotto delle aspettative. E dunque, grazie per quanto hai fatto finora, patron, ma non chiuderti nella torre d’avorio delle convinzioni intoccabili. I fischi di ieri del Menti sono i fischi di un innamorato tradito, non da oggi, ma da quindici anni di promesse non mantenute. Il miglior modo per far vedere che la musica è cambiata lo conosci da solo, senza bisogno che nessuno te lo suggerisca. A partire da oggi, anzi da ieri. Ammettendo tranquillamente che se i ramarri stanno là in cima a 54 punti e noi giù a 36 (teoricamente fuori dai play off, visto che la Samb ha una partita in meno) sta semplicemente a significare che sono migliori di noi. Stop…

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