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Il punto di Alberto Belloni: «Nella tana del lupo, per dimenticare il Teramo»

Il Vicenza deve recuperare condizione e cinismo dopo la prova opaca in casa

Fossero stati tre, invece che uno, il Vicenza sarebbe ora secondo in coabitazione con Ternana e Triestina. Ed invece è sesto, assieme alla Fermana, a sei lunghezze dalla capolista Pordenone. Un peccato, specie dopo aver avuto conferma che gli umbri non sono certo la Juventus della C. La classifica non mente, d’altra parte, e i 16 punti raccolti sin qui da Maurizi & C. valgono più di ogni altra considerazione.

Eppure gli ospiti non hanno rubato nulla e hanno portato a casa il loro punto grazie ad un secondo tempo in cui s’è visto molto Teramo e pochissimo Vicenza. L’assenza di Giacomelli e la disponibilità a mezzo servizio di altri elementi importanti, come Andreoni e De Falco, spiegano solo in parte la prova incolore dei biancorossi. C’è di mezzo un po’ di affaticamento fisico, dovuto probabilmente al carico di lavoro in vista degli impegni concentrati nonché un certo impaccio a gestire le partite quando gli avversari sono le cenerentole del campionato.

PROMOZIONE? PERCHÉ NON PROVARCI SUBITO?

Quella approntata da Seeber in estate è una formazione da play off. L’ho scritto a suo tempo, se qualcuno avesse la bontà di andare a rileggere i miei pezzi. Non è certo la squadra debole e mal confezionata descritta talora dai cosiddetti “mugugnatori” ma non è nemmeno attrezzata per fare la regina della stagione. La società l’ha costruita secondo un piano triennale, al termine del quale si è posta come obiettivo il salto di categoria. Niente promesse di promozione immediata, l’ha detto chiaro Renzo Rosso. Tuttavia l’impressione è che, strada facendo, il patron si sia reso conto che è possibile provarci già da subito.

E non mi pare certo un uomo che sputa sul salto di qualità. E’ un personaggio che ha costruito la sua fortuna sull’ambizione personale e nella nuova dimensione vicentina ha scoperto un ambiente capace di galvanizzarlo e coinvolgerlo profondamente. Chi si aspettava infatti un presidente assente, ha scoperto con soddisfazione un Renzo Rosso sempre più presente al fianco del Lane, in casa come in trasferta. E già la prima mossa di mercato la dice lunga sulle sue intenzioni di rafforzare il gruppo. Forse Antonio Cinelli non è precisamente il tipo di centrocampista che serviva a Colella (personalmente avrei puntato su un elemento più vocato alla regìa) ma il suo ingaggio porta certamente in riva al Bacchiglione un giocatore esperto, intelligente e soprattutto con un indubitabile attaccamento alla maglia. Che, di questi tempi, non è elemento accessorio.

UNO SGUARDO AL MERCATO INVERNALE 

D’altra parte, diciamocela tutta, nel mercato di riparazione si tratta di rovistare nel cesto dei saldi e dunque comperare tanto per tacitare la piazza non sarebbe una saggia politica. Resta qualche aggiustamento da fare in difesa, nella quale un uomo in più non guasterebbe. E soprattutto resta il problema dell’attacco, dove Arma non ha le alternative giuste, visto che sia Maistrello (con le valige in mano, direzione Albisola o Virtus Verona) sia Razziti (cui verrà invece offerta qualche altra chance per la seconda parte del torneo) sono attaccanti d’area che fanno della fisicità la loro arma migliore. Nomi ne sono stati fatti, qualcuno anche a capocchia (tipo Brighenti o Calaiò). Venerdì, prima della conferenza stampa prepartita, ho incrociato il DS, cui ho fatto scherzosamente gli auguri per il lavoro di scelta di un ulteriore puntero. Seeber ha sorriso, liquidandomi con una battuta: “Abbiamo già fatto.”.

Se poi si trattasse solo una boutade oppure effettivamente certi giochi siano già fatti (e magari solo in attesa di ufficializzazione) non è dato per il momento sapere. La candidatura che gli esperti ritengono più quotata sembra rimanere quella di Gonzales: svincolato, Pablo Andres avrebbe in effetti le caratteristiche volute dal mister. E’ continuo nel rendimento (nelle ultime quattro annate, per lui 137 partite giocate con 57 gol realizzati). Può giocare da prima punta ma soprattutto nello schema con due finalizzatori e i suoi 33 anni lo garantiscono come elemento esperto ma ancora in grado di disputate un paio di stagioni ad alto livello.

Gli unici problemi che stanno bloccando la definizione dell’affare sono l’ingaggio (pare pretenda circa 300.000 euro l’anno) e la durata del contratto (che il Vicenza gli proporrebbe fino a fine stagione, mentre l’argentino vorrebbe firmare fino a giugno 2020). Se non sarà “Puci” la scelta finale del Lane, le alternative si trovano, ma occorre non sbagliare la puntata sul cavallo. Come già detto per il centrocampo, anche nel caso della difesa o dell’attacco, occorre muoversi a ragion veduta.

Se si interviene sul mercato invernale, bisogna farlo per alzare il tasso qualitativo dei reparti. Comperare giusto per comperare, senza valore aggiunto immediato per la squadra, è politica suicida. Meglio fare con quello che si ha in casa, magari lanciando qualche giovane promettente, per costruire l’ossatura di una compagine che l’anno venturo possa recitare da protagonista. Sulla strada di quel che fece Ulivieri, tanto per rinfrescarci la memoria, quando consegnò a Guidolin la base su cui San Francesco costruì successivamente le sue (e nostre) fortune. La parola d’ordine è dunque archiviare subito la gara con il Teramo, recuperare le forze atletiche e andare a Gubbio con occhi da tigre, per riprenderci al Pietro Barbetti quanto lasciato al Romeo Menti ieri. E’ annunciata una ventina di tifosi in partenza per la tana del Lupo. Vogliamo lasciar loro fare una trasferta tanto faticosa senza gratificarli con una strenna prenatalizia?
 

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