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LR Vicenza Capolista: La fortuna bisogna meritarsela

Lane in testa alla classifica per i suoi meriti e non grazie all’arbitro

UNA PREMESSA

Ho ricevuto qualche critica (ci sta, anche perché sono state tutte molto educate) sulla mia posizione circa l’espulsione comminata alla Samb al terzo minuto di gioco. Chi mi ha letto ieri sa che l’ho giudicata un po’ affrettata e troppo penalizzante per i padroni di casa. Intendiamoci, a termini stretti di regolamento il rosso non è scandaloso, tuttavia, ripeto ancora una volta, un bravo direttore di gara arbitra col regolamento in una mano e il buon senso nell’altra.

A chi ha valutato “giustissima” la decisione del signor Tremolada di Monza mi sono limitato a chiedere: “Se la giacchetta nera avesse nell’occasione specifica allontanato un nostro giocatore lasciandoci in dieci per tutta la gara, avreste giudicato nello stesso modo la sanzione oppure avreste protestato per la severità del giudizio?”. Con quasi 120 anni di storia alle spalle, noi a Vicenza possiamo permetterci di guardare al calcio da Nobile Provinciale e non da orda di tifosi trinariciuti. Il fallo su Vandeputte era evidentissimo. La cacciata immediata di Santurro un provvedimento forse troppo pesante.

11 CONTRO 10, MA GRANDI COMUNQUE...

Detto questo in nome di un’onestà intellettuale altrove sconosciuta, va sottolineato che il Lane ha accettato l’aiutino, capitalizzandolo a suon di bel gioco, intelligenza tattica e concretezza in campo. Diversamente, tanto per essere chiari, da quanto successe a Verona, dove in superiorità per larga parte dell’incontro, il Vicenza pasticciò molto, rischiando persino di lasciarci le penne. Merito dei giocatori che hanno evidentemente imparato la lezione, ma merito soprattutto del condottiero in panchina che è riuscito a trasmettere con forza il suo Verbo. Perché non sta scritto da nessuna parte che una squadra ridotta in 10 debba per forza soccombere.

E’ già successo (e succederà ancora) che chi si ritrova con l’uomo in meno abbia la forza e la determinazione per reagire e portare a casa il risultato. I biancorossi, invece, hanno gestito la gara in modo impeccabile: forza dei nervi distesi, pressing alto, attenzione nei disimpegni, massima concentrazione ed efficacia nelle ripartenze. Queste le armi con cui Di Carlo ha disinnescato subito ogni tentativo dei padroni di casa di raddrizzare il match dopo il fatidico terzo minuto. Proprio come deve fare una grande squadra quando le viene data l’opportunità di girare un confronto a proprio favore. Il controllo della gara è stato totale, tanto che Grandi è rimasto praticamente inoperoso.

ASPETTANDO IL "DERBINO" DI FUOCO 

Applausi per tutti, dunque, nella settimana nella quale (neanche ci fosse una regia occulta dello spettacolo pallonaro) ci si avvia al “derbino” del Veneto, contro un Padova sempre pericolosissimo e ben attrezzato ma che non è più la corazzata inaffondabile di qualche settimana fa. E viene naturale andare già col pensiero a domenica, ad un Romeo Menti assolutamente da brividi, che sarà un ostacolo in più per i biancoscudati persino oltre il valore del Lane.

Immaginiamo diecimila vicentini assatanati sugli spalti, che seppelliscono in uno tsunami di tifo i supporters delle galline stipati in Curva Nord. Rispetto per la forza dell’avversario. Onore alla storia del vecchio Padova. Ma i cugini del Santo aprano bene le orecchie: “Pista, pista, arriva la capolista!!!”

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