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Venerdì, 19 Aprile 2024
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LR Vicenza, Calciomercato: il mago dei jeans contro il palazzinaro australiano

Rosso e Biasin si sfidano a colpi di euro sull’arena del calcio per il ruolo di regina della serie C

A giudicare dai commenti del lunedì da parte dei tifosi al bar, la vittoria di prestigio contro il Pordenone ieri a Caldogno sembra aver riportato nell’ambiente un po’ di quell’entusiasmo che era andato scemando nelle scorse settimane. Bene per Di Carlo e bene soprattutto per gli abbonamenti, rallentati dalle prestazioni e dai risultati non esaltanti. Il Vicenza vittorioso contro i ramarri è piaciuto soprattutto per la compattezza, considerando che risultava orfano di un paio di pedine fondamentali come Cinelli e Guerra.

Bene anche alcune individualità, con il golden boy Zarpellon in testa, ma anche relativamente a qualche giocatore apparso in netta crescita rispetto al recente passato, tipo Scoppa, Emmanuello e Liviero. Discorso a parte per Arma, il quale sta sfruttando bene le opportunità concessegli dal mister: sapendo di essere nella lista dei partenti, Rachid mostra la sua faccia migliore, quella della prima parte del campionato scorso: è andato più volte a bersaglio, dialoga efficacemente e non manca mai di dare una mano in copertura.

SE VA VIA RACHID...

A questo punto è opportuno un ragionamento ponderato: un via libera al franco/marocchino ha senso solo nell’ipotesi dell’arrivo di una punta importante, uno che faccia fare al Lane un vero salto di qualità in avanti, uno da gol in doppia cifra e capace di integrarsi con personalità nel gruppo. Comperare solo per comperare ha invece poco senso. Tanto vale tenersi chi conosciamo e sperare che in questa stagione non succeda che da Natale in poi il giocatore smarrisca completamente il suo DNA da bomber. Un Arma continuo e motivato diventerebbe un acquisto davvero importante.

OPERAZIONI IN ENTRATA

E a proposito di acquisti, il presidente Stefano Rosso ha assicurato alla piazza che la società sta lavorando soprattutto per operazioni in entrata. Una per reparto, ha rivelato. Detto dell’attacco, gli altri due settori di intervento sono noti. Un rinforzo in difesa, in attesa di vedere se capitan Bizzotto riuscirà a ritrovare sé stesso. Anche ieri contro i neroverdi friulani qualche scricchiolio là dietro s’è sentito, eccome. Nell’occasione del gol di Vogliacco, tanto per fare un solo esempio, i biancorossi hanno pagato dazio sul solito traversone dalle fasce che tanti guai ha causato lo scorso campionato.

La dinamica dell’azione mette sotto accusa la parte destra della retroguardia, quella dal lato di Bianchi, per intenderci. Tuttavia il marcatore è stato un difensore, accorso in area in cerca di gloria. Chi doveva andare su quello spiovente? Il “rosso” che è un piccoletto, oppure qualcuna delle torri non è volata in cielo per spazzare via la palla? E’ evidente che nel gioco aereo c’è bisogno di un salto di qualità. Basterà spostare Cappelletti o provare Pasini al posto del “pelato”, oppure è opportuno che Magalini vada in cerca di un saltatore provetto, uno di quelli che quando vanno in elevazione non ce n’è per nessuno?

ASPETTANDO UN "TORNANTE"

E poi, come tutti ormai hanno capito, al Vicenza serve un esterno destro di ruolo, non una soluzione rabberciata. Sto parlando di un elemento dalla grande corsa, capace di fare per intero la fascia destra, svolgendo compiti sia da terzino in copertura, sia da laterale alto, a supporto della prima linea. Quello che una volta si chiamava tornante. Per chi ha come me i capelli bianchi, sto pensando ad un tipo come il Domenghini del mago Helenio. Il nome è sulla bocca di tutti. Mutatis mutandis, si chiama Fabian Tait. Che, purtroppo, ha ancora un anno di contratto con il Sudtirol. E i bolzanini non hanno alcuna intenzione di mollare se non a fronte di un robusto contributo dalle casse di via Schio come liberatoria. Più o meno 100.000 euro, a quanto si dice.

"BRACETTO CORTO" OPPURE OTB ? 

Qui si apre un ultimo capitolo, tutto da decifrare. Qual è la disponibilità della società per chiudere la campagna rafforzamento? E’ vero, come dicono i maligni, che in casa Rosso si soffre della sindrome del “braccetto corto” oppure siamo nel pieno di una strategia che si concluderà col botto verso la fine del calciomercato? Non è quesito da poco, perché c’è chi sta investendo notevolmente per vestire i panni che furono propri del Pordenone l’anno passato.  La Triestina, ad esempio, reduce da un figurone contro la Vecchia Signora, al cui cospetto gli alabardati hanno messo in mostra alcuni elementi di primissimo livello: l’indimenticato Malomo, il talentuosissimo Ferretti e un Mensah che sulla velocità ha scherzato mezza difesa bianconera. Ce n’è abbastanza da preoccuparsi. Il patron dei giuliani è un immobiliarista australiano molto abbiente che però non può certo competere finanziariamente con mister Diesel.

Mario Biasin parla poco e spende molto. La sua gestione del club è costata l’anno scorso circa 4 milioni di euro dei quali solo 1,5 sono stati ripagati dal botteghino (Trieste, si sa, non ha certo il pubblico di Vicenza). Ha ripianato la perdita e ha rinforzato l’organico con nuovi acquisti importanti, oltre al citato Ferretti, anche Gomez, Gatto, Paulinho e i giovani Salata e Ermacora, capitano della Primavera dell’Udinese. I quali si affiancano al bomber Costantino, preso a gennaio proprio in vista di un possibile salto in serie B.  A questo punto, giocando con le figurine Panini (ma si sa, il campionato è altra cosa) la formazione di Pavanel appare obiettivamente un gradino più su del Lane.

Per cambiare la tassonomia occorrerà essere coraggiosi (come dice lo slogan  OTB) e lungimiranti. Per il re dei jeans diventa necessario, insomma, battere il palazzinaro dei canguri sul piano della propensione all’investimento calcistico. La classifica su Forbes non è decisiva, ma si può fare… Anzi, si deve.

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