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Il punto sul LR Vicenza verso Pordenone e Imola

La normalità non saranno le gare scintillanti di Salò o col Monza, ma quelle rognose e rischiose come il Rimini e, appunto, la Virtus Vecomp. Si tratta di farci il callo e di riuscire a cavar fuori dalle difficoltà il meglio. Cioè i punti

Tre punti d’oro, frutto soprattutto dell’unità di squadra, del carattere e (come ha giustamente sottolineato il bravo Colella) del sostegno di un pubblico che ha spinto i biancorossi anche quando sono stati in evidente difficoltà. Il Vicenza, nel primo tempo, ha fatto la partita, creando tutta una serie di opportunità in zona gol, senza però concretizzare il gran volume di gioco, gol di Curcio a parte.

In tribuna stampa ero seduto accanto ad un collega dell’Arena e ad un certo punto ho osservato che continuando a giocare in quel modo, cioè offrendo continuamente il fianco alle ripartenze degli scaligeri, si rischiava seriamente di pagare dazio. Belloni, genio del calcio? Ma quando mai…

La cronaca 

Era evidente per chiunque che si trattava di un andazzo pericoloso. Non riuscire chiudere, almeno con un secondo centro e offrire il fianco alle numerose scorribande degli ospiti, prefigurava un destino quasi segnato. Poi puntualmente concretizzatosi nell’uno/due di Grandolfo e Lavagnoli. Nell’intervallo il mister deve aver chiarito a modo suo che, su quella strada, il Lane sarebbe andato incontro ad una cocente delusione. E nella seconda frazione di gioco, richiamati ad un maggiore senso tattico, i berici hanno raddrizzato la gara, diventata a quel punto più ordinata, più saggia ed ispirata dalle giocate di un Giacomelli che si sta imponendo, gara dopo gara, come il trascinatore del gruppo. Traendo le conclusioni, non è stata una prestazione memorabile.

Tuttavia, il canovaccio di questo campionato appare chiaro e Colella non perde occasione per sottolinearlo.

Il post partita di mister Colella

La normalità non saranno le gare scintillanti di Salò o col Monza, ma quelle rognose e rischiose come il Rimini e, appunto, la Virtus Vecomp. Si tratta di farci il callo e di riuscire a cavar fuori dalle difficoltà il meglio. Cioè i punti. Essere arrivati a questo stadio del campionato (cioè circa un quarto del cammino) con l’infermeria vuota nonostante gli impegni fittissimi e al terzo posto in graduatoria (a sole due lunghezze dalla vetta) ha quasi dell’epico, se pensiamo alle perplessità al cui interno è nato l’organico targato Seeber/Renzo Rosso. E chiariamo pure una cosa, visto che lui non può dirsela da solo.

Una buona fetta del merito

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