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Il punto di Alberto Belloni: Secondo round nel trittico del Lane

Chiusa la pratica Gubbio tocca ora alla Vis Pesaro. Guai a sottovalutare l’impegno…

Non ci ha messo molto, Mimmo Di Carlo, a far vedere che le sue personali ambizioni per un campionato di vertice non erano sogni di mezza estate ma una concreta prospettiva. Dopo appena cinque giornate, la classifica è lì a fare da fotografia inoppugnabile ai valori in campo: Padova primo a 13 punti (4 vittorie e 1 pareggio) e Vicenza secondo in coabitazione con Carpi e Reggiana, due lunghezze dietro (3 vittorie e 2 pareggi). E alle loro spalle c’è già il vuoto, visto che Samb, Piacenza e Salò sono accomodati sul gradino numero 8.

UNA SETTIMANA DI FUOCO 

Sarà una settimana impegnativa, questa. Archiviato l’impegno di ieri, le squadre sono attese al turno del mercoledì e poi di nuovo a quello domenicale. Il Lane ha alle viste due confronti apparentemente non insormontabili: la Vis Pesaro al Menti e poi la Virtus VR al Nocini di Borgo Venezia. Per conto loro, dopodomani avremo “le galline” sulla propria aia contro il temibile Cesena e il gran derby delle seconde, Reggiana contro Carpi. Tra le inseguitrici, la Samb ospiterà il Modena, il Piacenza riceverà il Ravenna, mentre la Feralpi sarà attesa tra le mura amiche dalla visita del quasi fanalino di coda Fano.

Per il 29 settembre di battistiana memoria, il tabellone dice Arzichiampo Reggiana, Fermana Padova, Gubbio Feralpi, Piacenza Carpi e Ravenna Samb. Quanto al Vicenza, chiuderà, come detto, il trittico di inizio autunno andando a giocare una partita che qui nessuno osa chiamare nemmeno derbyno. Ma che cosa ha detto la vittoria dei biancorossi nella terra del Lupo? Niente di veramente nuovo, solo conferme a ciò che già s’era intuito.

WORK IN PROGRESS

Quella approntata quest’anno da Giuseppe Magalini per il mister è una squadra ancora work in progress che già mostra i (pochi) limiti e le (molte) potenzialità. Con l’attuale modulo è formazione in grado di far male a chiunque (ho giudicato presuntuoso l’atteggiamento tattico di Guidi con le tre attaccanti) ma che non ha ancora del tutto risolto l’equivoco di un centrocampo nel quale vengono utilizzati due elementi (come Vandeputte e a tratti Giacomelli) che sono tutto fuorchè interditori.

A pagarne le spese rischiano di essere Rigoni e Cinelli (o chi per essi) costretti ad un torello dal quale, se le banderillas stanno in mano ad avversari di media tacca, si può anche uscire ma che invece potrebbe diventare esiziale quando a dettare lo spartito fossero i musicisti di Triestina, Padova o Reggiana. Da affinare, ancora, i movimenti sulle fasce, lungo le quali il Lane non è ancora così “cattivo” come dovrebbe. C’è infine da migliorare il cinismo sotto porta.

CHE SIA L'ANNO BUONO?

Contro il Gubbio i biancorossi hanno prodotto sette (diconsi sette) ghiottissime occasioni da gol, mettendo la palla nel sacco solo in tre frangenti. Ci saranno partite in cui sciupare in tal modo non sarà consentito. Tra le note molto positive, invece, la crescita di mentalità del gruppo, che oggi si rende conto di poter recitare davvero da protagonista. Balza inoltre all’occhio il dato della solidità difensiva: quella berica è, alla pari di quella patavina, la migliore retroguardia del campionato, avendo sin qui ammainato bandiera solo due volte. Ancora più evidente è la forza dei rincalzi. Diversamente rispetto al passato, la panchina del Vicenza è forte e lunga: i cambi non abbassano la qualità della squadra e Di Carlo è allenatore che li sa sfruttare in modo egregio.

Se si riuscirà a stare con i piedi per terra, ricordando che molto è il lavoro ancora da fare, questo potrebbe davvero essere l’anno buono. Ma occhio ai facili entusiasmi. La serie B, com’è capitato recentemente al Pordenone, si rincorre con la continuità, metabolizzando qualche passo falso e accettando certi pareggi senza gloria. Vis Pesaro e Virtus Verona appaiono scogli non insuperabili, a patto che Giacomelli & C. affrontino gli impegni con occhi da tigre, come se da questi risultati dipendesse una qualificazione in Champion. Una squadra è leader non solo perché è attrezzata nell’album delle Figurine Panini, ma perché è vincente nella testa. E poi, via, chi ce l’ha un pubblico come il nostro?

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