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Il Frosinone di mister Marino e Brighenti: due divorzi difficili col Vicenza

Non è una partita come le altre quella che va in scena al Menti, sabato, contro il Frosinone. I tifosi vicentini si troveranno davanti due dei protagonisti, nel bene e nel male, dell'ultimo biennio

Al cuor non si comanda, no: e i tifosi biancorossi saranno lì, sabato, a guardare due dei protagonisti più amati degli ultimi due anni biancorossi con quei dubbi che si hanno verso una persona amata che se ne è andata. Con tutti i tormenti del caso. 

PASQUALE MARINO: Arrivò a Vicenza a fine ottobre 2014, raccogliendo il testimone di Lopez, con un Vicenza in grave crisi. Ne fece la sua creatura, plasmandola sul quel 4-3-3 basato sui piedi di Di Gennaro, che tutt'ora ringrazia il mister di Marsala per quella stagione che lo fece rinascere. Cocco segnò, sotto la sua guida, 20 gol, concendendosi anche il lusso di sbagliare qualche rigore. Quel Vicenza dato per retorcesso arrivò 3° in campionato e perse le semifinali playoff contro il Pescara, con giocatori allo stremo delle forze. Un campionato indimenticabile che non avrebbe trovato eguali - disse lo stesso Marino a giugno - anticipando, ingenuamente, il suo passaggio al Catania, la squadra del cuore. Ma la giustizia al cuore non guarda: la squadra etnea finì nella bufera e Marino rimase a Vicenza. La nuova stagione cominciò subito male, con gli stracci che volarono il 31 agosto per la vendita di Cocco e proseguì così così. Ai saluti si arrivò solo a marzo, quando il siciliano venne sostituito da Franco Lerda. 

NICOLO' BRIGHENTI: Da buteo a puteo e doppio ritorno, con finale ciociaro. E' forse la piaga più dolorosa per i tifosi, sabato, che avevano incoronato il piccolo centrale capitano e la cui permanenza in biancorosso si è chiusa in una foce di veleni in cui la verità non verrà mai a galla. Il difensore arrvò  a Vicenza nel gennaio 2012 e rimase fino al giugno 2013, realizzando anche la prima rete in carriera. Una gran rete, che permise al Vicenza di espugnare il campo del Brescia, e che venne premiata dalla Lega di B come il miglior gol di quella giornata. Tornato al Chievo, anche a causa di un infortunio alla spalla, non trovò spazio e si rivestì di biancorosso nell'estate 2014. Voluto da Lopez, legò subito con Marino, che l'avrebbe voluto a Catania, se non ci fosse stato il crack. Conquistata la fascia di capitano, grazie alla sua estrema serietà e dedizione, poco più di un anno fa fu protagonista di un drammatico infortunio, che lo tenne lontano dal campo per 4 mesi. Raggiunta la salvezza con mister Lerda, è, per farla breve, partito alla volta della corte di Marino al Frosinone. 

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