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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Sartor: sei ore di spiegazioni, ma il Giudice non gli crede

L'ex biancorosso ha ammesso i suoi rapporti con i rappresentanti di Singapore che, a suo dire, volevano acquistare una squadra in Italia. Le sue spiegazioni non hanno convinto il procuratore capo

«Ha ampiamente spiegato quello che c’era da spiegare, ma non ha confessato, perché non c’era nulla da confessare», queste le parole con cui l'avvocato di Gigi Sartor, Antonino Tuccari, ha commentato l'interrogatorio fiume (quasi sei ore) a cui è stato sottoposto il suo assistito nel pomeriggio di ieri. Le spiegazioni di Sartor non hanno convinto più di tanto il Gip, Salvini che comunque ha dato parere favorevole per la scarcerazione totale dell'ex giocatore di Vicenza e Inter.

Sartor ha ammesso i suoi rapporti di amicizia con Beppe Signori e la conoscenza dei singaporiani, che pianificavano interventi illeciti sul calcio italiano al fine di modificare l'esito delle partite per conseguire vincite milionarie, ma, secondo lo stesso Sartor questi rapporti avevano finalità lecite. L'ex difensore biancorosso ha spiegato che il suo rapporto con gli asiatici era finalizzato alla intermediazione per l'acquisto di una società non di serie A (l'Albinoleffe?), nella quale lui poi sarebbe dovuto andare a lavorare, probabilmente come dirigente.

Secondo gli inquirenti invece l'incontro tra Sartor e Pho Hock Keng (rappresentante del gruppo di Singapore), serviva a mettere in contatto l'emissario asiatico con Beppe Signori per pianificare quali partite sistemare. Sartor poi ha continuato asserendo di non essere stato a conoscenza dei successivi sviluppi dell'incontro tra Signori e Pho, e di essere caduto dalle nuvole quando i singaporiani si sono rivolti a lui per cercare di riavere il denaro perduto per la mancata combine di Lecce-Inter, che non andò secondo i programmi previsti.

Infine l'ex giocatore ha ammesso di avere dei conti in Svizzera ma sempre per finalità lecite. La Procura di Cremona è ancora in attesa di ricevere dalla Svizzera tutta la documentazione al riguardo ma crede poco alla versione di Sartor. Per loro era (e resta) il cassiere del gruppo dei Bolognesi e il riferimento in Italia per la banda asiatica di Singapore.

 

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