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LR Vicenza, per quanto tempo ancora questo calice amaro?

Tifosi arrabbiati e squadra ai limiti dei play off: come finirà questo campionato?

Ieri sera, dopo la meritata sconfitta contro la Triestina, nemmeno l’allenatore del Lane sapeva più che pesci pigliare.

Perché quella biancorossa è una sciarada complicatissima, un mistero quasi inestricabile, una delusione che non pare aver mai fine. E anche trovare rimedi per le prossime otto gare diventa un’impresa titanica, dato che questa non è solo una squadra piena di problemi, è un insieme che sarebbe meglio caricare su un pullman dell’Unitalsi con destinazione Lourdes.

Gioca male per colpa di Colella, ma poi fa brutte figure anche se al timone arriva Serena. Dà il benservito a una coppia di giovani terzini di fascia ma poi ne assolda due nuovi che riescono (almeno per ora) a far rimpiangere gli assenti. Ingaggia in attacco il capocannoniere ancora in carica, salvo constatarne la trasformazione all’ombra della Basilica in un signor nessuno.

Una volta il Vicenza sbraca sui palloni da fermo, un’altra si piega sui cross dalle linee laterali, un’altra incappa nell’arbitro infame e un’altra ancora paga 10 minuti di black out totale. La mappa degli obbrobri è infinita. Come una vecchia bagnarola nella quale tappi una falla ma se ne aprono due. In certe condizioni in panchina può venire pure Mourinho, senza riuscire a cambiare le cose.

E non è nemmeno un guaio che si può imputare tout court alla gestione di Renzo Rosso. Anche l’anno passato, infatti, i tifosi del Vicenza hanno dovuto sorbirsi la solfa di una squadra costruita per i play off, almeno secondo Moreno Zocchi e poi dimostratasi sul campo di qualità medio bassa. Musica già sentita, fino alla nausea… Con la differenza che l’anno passato c’è stato di mezzo il disastro societario, che qualche alibi al DS e ai giocatori l’ha fornito.

Ma in questa stagione? Gli stipendi arrivano puntuali, le incombenze fiscali e retributive sono in regola e il supporto ambientale non manca. Non c’è nessuna giustificazione per un cammino così al di sotto delle aspettative. Perché, parliamoci chiaro, pur prendendo per buona l’ipotesi di un campionato di transizione, l’attuale posizione (ultimo gradino buono per i play off in coabitazione con la Samb) è assai deludente e delinea, in attesa delle ultime giornate del torneo, un primo giudizio sul materiale umano con cui l’attuale DS Werner Seeber ha plasmato l’organico 2018/2019: un gruppo di onesti pedalatori, con qualche rara eccellenza, ma senza un vero leader in campo e in spogliatoio e talora mal amalgamato sul piano delle caratteristiche tecniche.

Una formazione capace di produrre a tratti anche del buon calcio, ma fragile psicologicamente e non troppo attrezzata sul piano caratteriale. Eppure si può costruire un gruppo vincente anche senza i fuoriclasse (come ha insegnato il Vicenza della Coppa), a patto che quel che si rende agli avversari sul piano della qualità individuale venga poi recuperato su quello delle motivazioni, dell’organizzazione e di quel pizzico di cattiveria calcistica che fa spesso la differenza. Tutte cose che Bizzotto & C. non stanno mostrando, almeno non abbastanza.

E per dare un senso a questo finale di stagione che rischia di smorzare tutti gli entusiasmi della tifoseria, certi valori da Provinciale vanno recuperati subito. A partire dalla trasferta di Bolzano. Altrimenti l’anno prossimo sarà difficile darla ancora a bere al popolo del Menti.

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