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Vicenza: chi vuol essere lieto sia

Oltre a quella infrasettimanale col Piacenza rinviata al 14 aprile la madre di tutte le partite a Reggio

E i pessimisti sono serviti di barba, capelli e baffi. Non che si sia vinto il campionato, intendiamoci: la strada è ancora lunga e ricca di ostacoli. Ma mai dare per morto il gatto, questo ci insegna la trasferta di Cesena. Un Cesena che arrivava alla gara di ieri forte della quaterna guadagnata in trasferta e con dalla sua il pubblico record della serie C (e non solo). La formazione romagnola, in effetti, per un tempo ha fatto paura ma ha pagato lo stesso dazio che ultimamente era toccato al Lane. Ha corso moltissimo, ha reso difficile la vita agli uomini in biancorosso (ieri in nero), ha vinto il confronto sul piano del possesso palla.

Ma poi, sul piano delle occasioni da rete, ha partorito solo il topolino del gran tiro di Caturano, sul quale Grandi ha messo una pezza. Poi, dopo il gran dispendio di energie, l’indicatore del carburante è andato sul rosso. E quando non riesci più a dare pressione, una squadra come il Vicenza ti castiga senza pietà. La ripresa, così, ha visto sparire i ragazzi di Viali, lasciando le luci della ribalta a Padella & C. Gran palcoscenico, quello del Manuzzi dove i 1500 supporters della Nobile hanno dato spettacolo, suscitando l’ammirazione persino dei tifosi di casa. L’un, due, tre decisivo è ancora più importante perché ha visto il ritorno al gol di due attaccanti considerati dei rincalzi. Anzi, da qualcuno giudicati inutili ed inadeguati. Un capolavoro di Mimmo Di Carlo, che avuto il coraggio di rinunciare all’Artigliere Marotta, concedendogli una pausa. Mossa da maestro, perché è facile immaginare le contumelie che si sarebbe preso nel caso di un passo falso dopo i recenti tre pareggi. Una vittoria importantissima, dunque. Ma non decisiva.

Tre punti arrivati in concomitanza con la divisione della posta toccata alla Regia (forse avrebbero dovuto prendere un attaccante di valore anche i granata?). Adesso si potrà andare al Mapei Stadium (match in programma il 14 aprile) con uno stato d’animo ideale, con la forza dei nervi distesi e dei (momentanei) 6 punti di vantaggio sulla migliore inseguitrice. Potrebbero ridursi a 5, dirà qualcuno, se il Carpi dovesse uscire vincente dal turno rinviato causa COVIR. Obietto: ma siete proprio sicuri che gli emiliani batteranno la Feralpi Salò in riva al Lago? Per esaurire il trittico che consideravamo maledetto, oltre alla visita alla truppa di Alvini ci sarà da ospitare il Piacenza nel recupero fissato per 18 marzo. Un gran guazzabuglio di date, che non è detto si fermi qui, dato che l’epidemia (pandemia) non dà cenno di fermarsi ed anzi potrebbe prendere dimensioni maggiori. Quel che è certo è che allo stato dei fatti il Lane sta lassù in solitaria e non perde da 13 turni. Roba da Fantacalcio… E chi vuol essere, lieto sia. I Gufi si mettano la mascherina e aspettino.

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