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Vicenzjuve o vivaio nostrum? L'opinione di Alberto Belloni

L'ex ds biancorosso Sergio Vignoni: "Investire sul settore giovanile costa ma alla lunga paga sempre. A Vicenza serve una rifondazione"

Il destino delle provinciali, almeno prima dell’avvento del cosiddetto calcio moderno, era quello di allevare giovani promettenti per trasformarli in giovani talenti da far esordire nei campionati professionistici e poi magari venderli a qualche formazione di rango, traendo da queste ultime operazioni i quattrini con cui vivere. Da tempo per il Vicenza non è più così.

Gli investimenti nel vivaio si sono progressivamente ridotti e la formazione Primavera/Beretti infoltita di ragazzi provenienti da altre realtà. Il culmine del degrado della linea verde si è avuto l’anno scorso, stagione nella quale la strategia Pastorelli ha tagliato i già striminziti fondi per le squadre giovanili, evidentemente considerate dei rami secchi. La politica dei giovani era e resta un fattore pagante, a patto che sia concepita e finanziata come un investimento produttivo e che non si pretenda di cavare dal cilindro, dall’oggi al domani, le stelle delle Nazionali Under.

Sul peso della leva calcistica abbiamo coinvolto l’ex direttore sportivo del Vicenza dei miracoli e ancora attivo nel mondo del calcio, Sergio Vignoni, chiedendogli se l’era del giocatore fatto in casa è ormai tramontata.

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