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Calciomercato, mister Marino, "bentornato" ma ecco cosa non ci è piaciuto

Sembra passato molto tempo dall'addio di Pasquale Marino ai tifosi ed alla società biancorossi. In realtà, come ha rilevato Polato, sono passati pochi giorni che, però, lasceranno qualche segno

Alla fine dunque il matrimonio tra Marino e il Vicenza non solo non è sfumato ma addirittura ha trovato nuova linfa, sotto forma del prolungamento per un altro anno del contratto del'allenatore siciliano, rispetto alla naturale scadenza che sarebbe stata quella del giugno 2016.

Spazziamo subito il campo dagli equivoci: la scelta della società di Via Schio, di affidarsi al condottiero capace di guidare i biancorossi ad un passo dalla serie A, è quella che ci si auspicava subito dopo la gara di ritorno playoff contro il Pescara, conclusasi con l'amara eliminazione dalla corsa alla A. Marino, nel corso della esaltante stagione, ha dato dimostrazione di sapere il fatto suo, di avere a disposizione uno staff che lavora in maniera ottimale sia a livello tattico che per come cura la preparazione atletica dei giocatori. La campagna acquisti per il prossimo campionato, fatta in concerto con il mister di Marsala, potrà essere condotta in modo da coprire con criterio le lacune della rosa e oltre che per andare a prendere giocatori in grado di sostituire le pesanti partenze, come quella di Di Gennaro, anche per prevenirne altre di importanti.

marino c stampa-2Fin qui perciò tutto bene. Quello che onestamente - a nostro parere - non è piaciuto nella conferenza stampa congiunta tra società e tecnico di giovedì, è stata la caparbietà con cui si sono volute far passare sotto traccia le reali motivazioni che hanno portato Marino a tornare all'ovile. La giustificazione addotta dal tecnico che il riavvicinamento sarebbe avvenuto esclusivamente per le garanzie sulla capacità del Vicenza di sostenere programmi ambiziosi, che sarebbe mutata in sole due settimane, appare francamente poco realistica, alla luce di quanto successo nel frattempo. Tacere quanto letto in questi giorni sugli organi di informazione, anche di livello nazionale, su una trattativa che pareva sul punto di sbloccarsi da un momento all'altro per il passaggio del tecnico al Catania (che aveva già preparato un mercato con ai primi posti nomi di giocatori biancorossi graditi a Marino), di Brighenti contattato per un trasferimento a Catania, di una operazione che è evidentemente saltata per la bufera che si è abbattuta sulla dirigenza rossoblu, liquidata in conferenza con una laconica battuta di Marino ("sono dispiaciuto per quanto accaduto, da un punto di vista umano mi spiace tanto ma purtroppo è successo") ha dato una sensazione di qualcosa di artefatto che alla fine ha convinto solo chi si è lasciato convincere ma che probabilmente non è stato sufficiente per una parte di tifosi che hanno fatto capire il loro pensiero con dei vistosi segnali fuori dallo stadio Menti.

Forse, per calmare le acque, sarebbe stato più efficace raccontare la verità e cioè che l'allenatore aveva avuto la sua offerta per un miglioramento professionale che il Vicenza non poteva garantire. Con il Catania probabilmente destinato alla Lega Pro, ora le due parti, il Vicenza e Marino, si sono potute ritrovare con la convinzione che il connubio possa continuare e che "rischiare di rovinare quanto di bello fatto" fa parte della legge del calcio (che non è una scienza esatta) anche quando si fa il possibile per evitarlo, e che quindi tutto sommato si può anche riprovarci senza tante storie. Chi ha vissuto la straordinaria annata appena conclusa, pensiamo, avrebbe accettato più volentieri di sentirsi dire una verità scomoda che una storia in più parti zoppicante, ma fa niente, da oggi la parola passa al mercato e tra breve (giustizia sportiva permettendo) al campo di gioco che sarà, come al solito, giudice imparziale della bontà delle scelte fatte.

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