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Il Lane perde (male) nel pollaio del Padova

Il LR Vicenza esce sconfitto dall'Euganeo. Al contrario del match inaugurale con la Pro Sesto, poche sufficienze e qualche dubbio

Biancoscudati meritatamente vittoriosi (2-1) contro un Vicenza discreto per un’ora ma che poi si scioglie sotto i colpi dei padroni di casa. Nell’ultima mezzora, purtroppo, si vede una sola squadra in campo. E non ha la R sul cuore… Da incorniciare solo il gol del momentaneo pareggio.

CONFENTE 6: niente da fare su un rigore calciato benissimo. Nel primo tempo calcia fuori qualche rilancio coi piedi. Sul gol della vittoria, peraltro ben calciato da Russini, resta un piccolo indizio a suo carico: poteva allungarsi meglio sul fendente?

PADELLA 5,5: si fa ammonire per un’evidentissima trattenuta. In generale la difesa soffre troppo su una prima linea del Padova fatta con le seconde linee. E’ sulla sua parte di competenza che il Padova si rende più pericoloso, ma l’impressione è che debba quanto meno condividere il mea culpa con l’esterno di competenza.

(BUSATTO): n.g.

PASINI 5: lui è questo, non gli puoi chiedere di più. Quando gli si chiede di impostare il gioco da dietro vengono fuori tutti i suoi limiti di piede. Soprattutto nel secondo tempo appare in netta difficoltà. Emblematico l’errore commesso al 71’. Partita da dimenticare.

IERARDI 4,5: non vorrei dare l’impressione di prendermela sempre con questo ragazzo, ma già al 3’ si presenta con un passaggio sbagliato e poi al 29’ commette (forse) il fallo da rigore. C’era, non c’era? Resta il fatto che Liguori fa i comodi suoi. Nella ripresa non va meglio: impacciato, lento e confuso. Al 63’ ci prova con un colpo di testa ma la palla sfiora il palo. La sua giornataccia trova coronamento al 74’ con una palla persa che grida ancora vendetta.

DALMONTE 5-: nella prima fase di gara non sembra particolarmente ispirato e non trova mai il guizzo che dà la superiorità numerica. Resta in campo fino alla fine, nella speranza del miracolo, ma chiude la gara così come l’aveva cominciata, in sordina.

SCARSELLA 5+: l’allenatore inizialmente decide di fargli fare il terzo in avanti. Mossa che non dà frutti. Poi torna al 3/5/2 ma la musica è sempre la stessa. Stonata. Dalla sua ha il fatto che quando il mister lo richiama la squadra non migliora. Anzi…

JIMENEZ 6-: tocca palloni in quantità industriale e quasi tutti li gestisce bene. Incorre però in un errore che dovrà correggere in fretta: la voglia di strafare. Al 13’ perde una palla sanguinosa e al 25’ insiste troppo nell’azione personale e il Padova ringrazia. La sua prestazione complessiva è sufficiente e quando lascia il campo i biancorossi non sono più quelli di prima.

(CATALDI) 5+: il mister lo mette in campo convinto di calare una carta vincente. In realtà il suo ingresso non migliora certo un Lane in fase calante. Mezza partita è poco per dare un giudizio sull’ex Catania. Limitatamente ai 45’ contro i patavini, però, la valutazione è negativa.

ZONTA 6: come al solito fa il soldatino disciplinato, ma il un derby, anche se derbino, serve qualcosa di più. Che non arriva. Si arrabatta per tutti i 98 minuti senza risparmiarsi, ma il suo contributo ad una manovra veloce e fluida è minimo. Fa filtro, ma lì si ferma.

GRECO 6+: ci ha abituati bene ma stavolta Freddy parte col freno a mano tirato e dalla sua parte il Lane non sfonda. Primo tempo opaco. Cresce nella ripresa e mette sul green dell’Euganeo un dinamismo degno di miglior causa. Marca, recupera, avvia le azioni, ma nemmeno lui è nella giornata giusta per spaccare la partita. L’azione che porta al gol del pareggio, peraltro, è tutta di Freddy. Che si guadagna la pagnotta come sempre.

(BEGIC) 5+: anche per il promettente giovane croato una prestazione deludente. Entrato per dare spessore alla squadra coprendo la fascia sinistra, corre molto e sbaglia anche di più. Vista la confusione regnante in campo non è tutta colpa sua, ma ci si sarebbe aspettato di più e di meglio.

ROLFINI 4,5: nei primi 45’ è forse la maggiore delusione biancorossa. Mai nel vivo dell’azione, sciorina un tiro inguardabile al 17’, ci riprova, senza entusiasmare al 18’ e sbaglia la migliore occasione della prima parte di gara, tirando sul portiere al 20’. La giornata di scarsa vena ha l’epilogo nell’infortunio (brutta contusione al muscolo). Speriamo nulla di grave…

(GIACOMELLI) 5: entra e combina poco di buono. Poteva essere una passerella viste le voci (non confermate) di un possibile interessamento per lui da parte dei padroni di casa. Avendolo visto stasera, gli appetiti di Caneo potrebbero essersi molto raffreddati.

FERRARI 6: si dà un gran da fare per tutto il primo tempo. Non va al tiro ma è protagonista di due ottimo assist: il primo al 6’ (in fuorigioco) e il secondo (per Rolfini) al 37’. Un suo bolide dalla distanza (parato da Donnarumma) avrebbe meritato sorte migliore. Si batte con generosità finchè il Vicenza resta in partita. Poi nemmeno lui può far nulla per invertire la tendenza del match.

(STOPPA) 7: entra e realizza un gol da cineteca. Dopo una carambola la palla gli arriva sul piede in mezzo all’area: non la lascia nemmeno toccare terra e spara un missile di prima intenzione che fulmina il guardiano del pollaio. Non fa praticamente altro, ma è più che sufficiente per finire nel (poco affollato) olimpo degli eletti.

Mister BALDINI 5: nella prima ora il suo Vicenza soffre (e si poteva immaginare) ma sostanzialmente regge il confronto con gli avversari. Dopo il gol del pari i suoi pian piano perdono il controllo del match e nell’ultima mezzora c’è solo il Padova in campo. Merito di una migliore condizione fisica che fa conquistare ai biancoscudati tutte le seconde palle, schiacciando il Lane sempre più indietro. E demerito dei cambi attuati dal tecnico biancorosso. I Lane senza Jimenez e Scarsella è al di sotto di quello precedente e con l’uscita di Greco sparisce addirittura dal campo. La partita, insomma, la vince Caneo su Baldini e non credo ci sia un solo spettatore che lasci l’Euganeo senza la consapevolezza che il Padova ha meritato la vittoria. Nulla di insanabile, intendiamoci. Ma forse la sconfitta indurrà l’allenatore a fare qualche riflessione sulla difesa berica. Non tanto perché sia a tre, quanto perché appare molto lenta, specie con un modulo del genere. Probabilmente l’idea di rinforzarla con un nuovo elemento più veloce e reattivo (rincorsa fino all’ultimo secondo di mercato) non era così barbina… E ora sotto col Lecco.

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