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Qualche piccola critica, per diventare grandi

Luci ed ombre nella gara con la Vis Pesaro, in attesa di far visita alla Virtus Verona

Il Vicenza ha frenato, ma non si è fermato. Ha visto allontanarsi la capolista Padova, ma ha conservato l’imbattibilità. Ha sbagliato troppi gol ma ha creato ancora tante occasioni. E’ stato salvato da un palo, ma ne ha colpiti due. Non è riuscito ad andare in gol ma avuto più occasioni rispetto agli avversari. Ha giocato un secondo tempo non all’altezza ma nella prima frazione di gioco ha espresso un bel calcio. Sul piano tattico ha espresso una netta supremazia territoriale e su quello tecnico una qualità più evidente.

Ce n’è abbastanza per non archiviare la partita con la Vis Pesaro come una pagina negativa. Ma abbastanza anche per non indulgere in trionfalismi. Tenendo anche conto che il Lane ha giocato più di un quarto d’ora in superiorità numerica. Io ritengo da sempre che è quando la squadra appare in salute che il momento è giusto per fare i perfezionisti. I biancorossi stanno vivendo un momento favorevole, grazie alla qualità dell’organico e alla bravura dell’allenatore, ma è andato tutto bene nella gara di mercoledì sera? Direi di no.

Qualcuno mi ha fatto osservazione per via dei voti un po’ bassi che ho dato ai singoli. Rivedendo mentalmente la partita resto della mia idea. Le fasce laterali non mi sono piaciute (nemmeno nei primi 45’) ma soprattutto quando i biancorossi hanno iniziato a sbattere contro il pullman parcheggiato in area dai marchigiani. Sarebbe servito più coraggio sulle linee laterali, più velocità per aggirare l’ostacolo e invece mi è sembrato di vedere gli esterni fare il classico compitino. Non è una bocciatura, certo, ma si poteva far meglio. Come si poteva far meglio in avanti: due grosse occasioni per Marotta, altre per Arma, per Rigoni, per Saraniti e un palo per Cappelletti. E soprattutto un rigore per Giacomelli, non trasformato.

Dopo le molte occasioni sciupate con il Gubbio è un segnale da non sottovalutare. Per primeggiare, servirà più cinismo e freddezza. Quanto al gol annullato, resta un piccolo mistero. E stato archiviato alla voce fuorigioco, ma a me è parso che Vandeputte arrivasse nettamente da dietro il difensore. A questo punto i casi sono due: o l’arbitro ha visto qualcosa nella parte iniziale dell’azione (che a me è sfuggito) oppure ha giudicato di braccio l’intervento finale del belga (come mi è sembrato da un gesto del direttore di gara nel replay televisivo). Mistero, appunto.

Un’ultima annotazione relativa alla prestazione di Emmanuello. Insufficiente, al di là di ogni dubbio. Ma questo è un ragazzo che va tutelato come capitale in prospettiva. E’ giovane e gli esperti lo catalogano come elemento di sicuro spessore. Qui a Vicenza, sin qui, ha tenuto troppo nascoste le sue doti calcistiche ed è arrivato il momento che inizi a rispondere sul campo alle critiche. Ha tempo e modo per far vedere quel che vale. Voglio ricordargli affettuosamente una frase di un grande centrocampista del passato, che ha detto: “se uno non riesce a farsi valere a Vicenza, ha sbagliato mestiere…”.

Ha fatto bene Mimmo Di Carlo nel dargli fiducia. Molto bene. Ma ora Simone ripaghi tanta considerazione. Il pubblico del Menti ha pronti gli applausi per lui, ma occorrerà conquistarseli sul green.

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