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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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"Buon lavoro alla famiglia Rosso e benvenuti nella leggenda": il punto di Alberto Belloni

La scelta di vestire gli abiti biancorossi potrebbe infatti risultare l’anello perfetto di transizione (magari tra un’altra ventina d’anni) dalla periferia del calcio all’Olimpo delle megasquadre

ma sono convinto che la stessa Vicenza sia una tappa di un progetto più a lungo periodo che ha come obiettivo finale un ruolo primario dei Rosso nel calcio che conta; magari il Milan, realtà cui la famiglia è sempre stata affettivamente legata e che consentirebbe alla griffe un palcoscenico di immagine e pubblicitario a livello mondiale. La scelta di vestire gli abiti biancorossi potrebbe infatti risultare l’anello perfetto di transizione (magari tra un’altra ventina d’anni) dalla periferia del calcio all’Olimpo delle megasquadre: un pubblico già da B con potenzialità di sviluppo ancora da delineare, una storia che parla di tanta serie A e di esperienze nelle Coppe Europee, un progetto stadio ambizioso che troverà il nuovo Sindaco Rucco in prima linea per garantire il sostegno delle istituzioni, una stampa abituata a muoversi nel calcio che conta, un tessuto economico e finanziario che, nonostante le disavventure bancari e fieristiche, è ancora fortissimo.

Lasciamo dunque lavorare i nuovi manovratori, assicurando loro una fiducia costruttiva. Che significa appoggio attivo ma anche diritto di dissenso se qualche scelta risultasse non convincente. Ecco, una cosa che il nuovo Vicenza dovrà comprendere subito, soprattutto nelle sue strutture operative, da Seeber in giù, è che Vicenza non è Bassano. All’ombra della Basilica possiamo assicurare al progetto tutto il concorso qualitativo che necessita, ma il blasone e la storia presuppongono anche un piccolo prezzo da pagare in termini di accettazione delle critiche costruttive. Una volta, l’ineffabile Mandorlini dichiarò in tono polemico “Ma che razza di calcio pensano di aver visto, questi vicentini?”, attirandosi così l’odio eterno della piazza.

Ecco, i nuovi padroni del vapore non facciano lo stesso errore concettuale.

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