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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Il grande freddo dell'85: il 13 gennaio Vicenza si risveglia bloccata dalla neve

"La grande nevicata dell'85". Così è rimasta nella storia l'eccezionale evento di maltempo che colpì tutta Italia. Ma cosa successe in quei giorni in città? Ce lo racconta Marco Rabito con una cronaca dettagliata e Alberto Belloni con un capitolo di un suo romanzo inedito

LA CRONACA 

La grande ondata di freddo del gennaio 1985 prende forma nei primi giorni dell’anno ma il Generale Baroni, durante la rubrica “Che Tempo Fa” che va in onda alle 19.50 prima del Tg di RAI 1, ne ha già parlato nei giorni precedenti. Fino al 4 il nostro territorio osserva un graduale e sensibile calo delle temperature, la mattina del 2 ci sono a Vicenza -5°C, il 4 scende a -8°C anche se durante il giorno ancora si sale al di sopra dello zero di alcuni gradi.

IL PRELUDIO

La previsione per il giorno successivo, il 5, indica un debole scorrimento alla media quota di aria più umida, cadono pochi cm di neve su tutta la pianura, appena due o tre, ma si incollano ovunque viste le temperature particolarmente basse. A partire da sabato 5 gennaio e per 9 giorni consecutivi la temperatura sulla città di Vicenza (dai dati dell’Aeroporto Dal Molin) non supererà più gli zero gradi nemmeno in pieno giorno. Ben 9 “giornate di ghiaccio” consecutive. Dopo due giornate più stabili e molto rigide (estremi 0/-13 il 6 e -2/-15 il 7) martedì 8, verso mezzogiorno, inizia una prima nevicata figlia di un ulteriore impulso di aria artica che richiama un altro scorrimento umido in quota; nevicata che si infittisce verso sera, depositando 15 cm di manto bianco alla fine dei fenomeni, nella mattinata del 9. E’ questo uno strato ideale sul quale avrà facile presa la neve dei giorni seguenti.

Si registrano, sempre in Aeroporto a Vicenza, valori estremi giornalieri di -2/-15 il giorno 8, -5/-9 il 9 (i -5 in pieno giorno rappresentano la temperatura più bassa sui valori massimi diurni di questa ondata di gelo) e -3/-14 il 10. Ma la discesa delle temperature deve ancora raggiungere l’apice, sussistono infatti tutte le condizioni necessarie a raggiungere temperature rigida da record: neve al suolo, cielo sereno, calma di vento ed aria particolarmente secca. Venerdì 11 batte ogni primato: la minima ufficiale dice per Vicenza -19,8°C, valori simili anche nelle città di Padova, Parma e Brescia. Il termometro di casa appeso in terrazza segna -20°C, e così sia. Nel linguaggio comune si dice sempre, raccontando la storia a chi non era ancora nato, venti sottozero! Anche nei giorni successivi non si scherza -2/-19 il 12 gennaio, 0/-17 il giorno 13.

Le previsioni in televisione dicono che il flusso gelido si sta per esaurire e che giungeranno sul nostro territorio masse d’aria molto differenti da quelle preesistenti, più miti ed umide. Al suolo ci sono dai 10 ai 20 centimetri di neve ovunque, una neve ormai assestata e ghiacciata ma pronta a riceverne altra. “Quando il sol la neve indora, neve, neve, neve ancora”: mai come nel gennaio 1985 questo proverbio fu più azzeccato.

IL 13 GENNAIO: IL GRANDE FREDDO E LA NEVICATA DA RECORD

Il giorno 13 il Lanerossi che insegue la promozione in serie B (che arriverà a giugno) ospita al Menti il Pavia, con i -17 del mattino viene da chiedersi come si potrà disputare la partita in un terreno tutto ghiacciato. E’ una vittoria sofferta quella del Vicenza che arriva assieme ai primi fiocchi di neve che iniziano a cadere sulle grandi città del nordovest, prima Torino, poi Milano, poi Bergamo. Lo dicono a “Tutto il Calcio Minuto per Minuto” in diretta radio. Rispettando pienamente le previsioni, una perturbazione si forma in Mediterraneo occidentale e si mette in moto verso est, carica di umidità e capace di trasportare aria più mite.

La Pianura Padana è un immenso congelatore naturale, l’aria più calda ed umida è costretta a scorrere sopra questo immenso lago d’aria gelida preesistente, dando origine a copiosissime nevicate. I primi fiocchi sorprendono una Vicenza imbacuccata dal gelo alle 18 della sera. Lunedì 14 ci si sveglia ancora con i fiocchi a depositarsi su ogni superficie, durante la notte nevica su Vicenza con la temperatura probabilmente più bassa mai osservata a nevicata in atto -7.2°C.

All’alba si misura una minima di -9°C in aeroporto e, pur con qualche breve pausa, continua a nevicare per l’intera giornata con accumuli che arrivano a superare i 40/50 centimetri. Il traffico subisce i primi pesanti contraccolpi e alcune scuole rimandano a casa i ragazzi già in mattinata. La sera di lunedì 14 gennaio ha qualcosa di surreale, più di ogni altra nevicata del passato. Stavolta la neve caduta è davvero tanta. Ogni rumore è soffocato, ogni luce viene esaltata.

UN PAESAGGIO SIBERIANO 

Il pomeriggio del 14, tuttavia, mostra ancor più quanto le temperature stiano cambiando, per la prima volta da 9 giorni a questa parte, si torna per un breve lasso di tempo, sopra lo zero con una massima diurna di +2°C. Il giorno seguente, martedì 15 gennaio, Vicenza si sveglia confermando i valori termici nettamente ridimensionati, minima di appena -2°C e ancora fiocchi di neve ovunque che smetteranno di cadere solo verso metà giornata. Una Vicenza mai vista così misura dai 50 ai 70 cm di neve. Un accumulo che crescerà ancora un po’ mercoledì 16, prima della trasformazione della precipitazione in pioggia.

Gli estremi termici di mercoledì 16 sono +1/-2°C.Il peso dell’acqua e l’aumento delle temperature, che hanno fuso una parte della neve, causeranno notevoli danni ai tetti dei capannoni agricoli e industriali, costruiti piatti e non in pendenza, come invece, e per fortuna, nelle case. Le scuole sono chiuse, ma praticamente tutte le attività sono paralizzate. I comuni si affidano a squadre di spalatori, retribuiti a 10.000 L. l’ora, girano di sera, in città, vestiti di nero con la pala in spalla. Sembrano becchini. C’è urgenza di far defluire tutta l’acqua rimasta in superficie e occorre scavare sulla neve per liberare i tombini e le caditoie. Chi possiede trattori e ruspe, lavora praticamente 24 ore al giorno per liberare strade, piazze, passaggi privati e cortili per l’intera settimana. Nei campi sportivi della provincia si corre e gioca a pallone tra muri laterali di neve alti tre metri! Autentici muri di neve anche in piena città e in Piazza dei Signori. Una piazza vista così solo allora.

(Di Marco Rabito)

LA NEVE GRANDE DELL'85 (DAL ROMANZO INEDITO DI ALBERTO BELLONI)

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