UNA DOMENICA TIRA L'ALTRA... A TEATRO - "NUOVA BARBERIA CARLONI"
Con la presente desideriamo comunicare che domenica 8 marzo 2015 il Teatro Super di Valdagno proporrà l'ultimo spettacolo della terza edizione della rassegna “Una domenica tira l’altra…A TEATRO” organizzata in collaborazione diretta con l’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Valdagno. Lo spettacolo si terrà alle ore 15.00.
L’iniziativa, di elevato valore culturale e didattico, si rivolge in particolar modo ai bambini dai 3 ai 13 anni, con l’intento di portare tutta la famiglia a teatro.
Intero: 5,00 €
Ridotto: 4,00 €
Prevendite presso Cinemotion Cafè, Viale Trento 28 a Valdagno.
DOMENICA 8 MARZO - ORE 15.00
Nuova barberia Carloni con Teatro Necessario
con Leonardo Adorni, Jacopo Maria Bianchini, Alessandro Mori
Regia: Mario Gumina
Produzione: Teatro Necessario in collaborazione con Danzarte progetto Next - Oltre il Palcoscenico, Regione Lombardia
Nelle sparute barberie di provincia oggi rimangono specchi rettangolari appannati dal tempo e ricoperti da una ragnatela di graffi, vecchie sedie cigolanti, arnesi arrugginiti, odore di brillantina e impazienti avventori in silenziosa attesa del proprio turno. Ma soltanto mezzo secolo addietro la barberia era nientemeno che il luogo di ritrovo preferito dai signori. Un posto discreto, dove discutere liberamente dei propri affari e delle proprie idee. E c’era la musica, c’era il caffè e c’erano gli aneddoti balzani del fidato barbiere. La barberia era, in poche parole, il punto nevralgico del paese.
L’idea portante dello spettacolo è ricreare l’atmosfera di quei tempi non troppo lontani in cui il barbiere cantava, suonava, serviva da bere, consigliava... in una parola, intratteneva i suoi ospiti. E, naturalmente, faceva barba e capelli. Nel gioco, il palco non è altro che la barberia medesima, animata dai tre aspiranti barbieri, e la platea una grande sala d’attesa. Il pubblico tutt’intorno ne definisce i confini spaziali e assurge infine a parte integrante della sala medesima, cioè dello show.
Lo spettacolo gioca sul tempo dell’attesa. Attesa del cliente da parte dei barbieri che ingannano il tempo cimentandosi in singolari dimostrazioni di abilità. Attesa anche da parte dello spettatore, il quale, a conti fatti, non può che ‘temere il peggio’. Un’attesa che mistifica una più profonda crisi di identità, giacché ‘essere barbieri’ significa ‘avere un cliente’ così come ‘essere attori’ significa ‘avere un pubblico’.
Sciamani e dottori, veri e propri artisti del cuoio capelluto determinati a curare, a suon di lozione, qualunque problema, i barbieri/musicisti ostentano orgogliosi il proprio talento gestuale… certi che il cliente uscirà pulito e liscio, rigenerato nel corpo ed elevato nello spirito.