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Mafie in Veneto: «Sparate alla giornalista Monica Andolfatto»

Era questo l’ordine del presunto boss Luciano Donadio, collegato secondo la Direzione Distrettuale Antimafia di Venezia ai clan Schiavone e Bidognetti. Il comunicato di Avviso Pubblico

Dalle carte dell’inchiesta “At last”, che ha svelato il radicamento della camorra in Veneto, emerge l’ordine del presunto boss Luciano Donadio, collegato secondo la Direzione Distrettuale Antimafia di Venezia ai clan Schiavone e Bidognetti, di intimidire Monica Andolfatto, giornalista del Gazzettino, segretaria del Sindacato Giornalisti Veneto.

I fatti risalgono al 2008, quando la Andolfatto aveva scritto di alcuni episodi criminali che si erano verificati nel Sandonatese. L’ordine fu di sparare contro la giornalista per intimidirla. Il piano venne accantonato dopo l’arresto di chi doveva metterlo in pratica. Mesi dopo, quando la giornalista tornò a scrivere dei camorristi di Eraclea, il clan la rimise nel mirino.

Avviso Pubblico esprime solidarietà e vicinanza a Monica Andolfatto, sottoscrivendo quanto dichiarato dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI), che chiede “alle autorità di garantire a lei e a tutti i cronisti della regione di poter svolgere in sicurezza il loro lavoro. A Monica Andolfatto diciamo che non abbiamo alcun dubbio che continuerà a onorare con la solita determinazione e passione il suo dovere di informare i cittadini”.

Per scuotere le coscienze, per chiedere ad ognuno di impegnarsi a fare la propria parte, difendendo i diritti e rifiutando la cultura della violenza, Avviso Pubblico ha promosso assieme al Corriere del Veneto un manifesto-appello a cui hanno già aderito oltre 1.200 persone, tra cui i giornalisti  Vittorio Di Trapani (Segretario USIGRAI), Beppe Giulietti (Presidente FNSI), Paolo Borrometi (Presidente di Articolo 21).

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