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Caso Pfas, replica alla Miteni: "Scrupoloso resoconto dei fatti"

Il giornalista risponde alla rettifica chiesta dall'ufficio stampa della ditta di Trissino: "Sintesi di un botta e risposta andato in scena durante un dibattito pubblico tra un membro del coordinamento noto come «Mamme no Pfas» ed il massimo dirigente della sicurezza ambientale della Regione Veneto, ovvero il dottore Nicola Dell'Acqua

Leggo con un certo stupore la nota diramata dall'ufficio stampa della Miteni e pubblicata il 20 luglio alle 15.00 su Vicenzatoday. In quella nota a commento di un mio servizio pubblicato due giorni prima sempre su Vicenzatoday.it si legge che il mio articolo sarebbe basato su «affermazioni per le quali non è stata evidentemente» svolta alcuna verifica in termini di fondatezza.

Vorrei tranquillizzare l'estensore della nota, ovvero Giorgio Tedeschi, capo ufficio stampa della Miteni, nonché tutti coloro i quali l'avessero letta, che le affermazioni al quale si riferisce lo stesso Tedeschi altro non sono che una sintesi di un botta e risposta andato in scena durante un dibattito pubblico tra un membro del coordinamento noto come «Mamme no Pfas» ed il massimo dirigente della sicurezza ambientale della Regione Veneto, ovvero il dottore Nicola Dell'Acqua.

Il che evidenzia che la presa di posizione del coordinamento è avvenuta in un un contesto di rilievo: sia dal punto di vista mediatico, sia dal punto di vista del peso della controparte. Ora che la Miteni la pensi diversamente per quanto riguarda ciò per cui viene tirata in ballo ci sta tutta, tanto che il punto di vista dell'azienda è stato a più riprese menzionato da chi scrive. Ma da qui a dire che le informazioni contenute sono sbagliate ce ne passa: visto che chi scrive si è attenuto allo scrupoloso racconto dei fatti.

Nella nota del dottor Tedeschi poi c'è un'altra doglianza perché il sottoscritto ha riportato le accuse rivolte da molti anni, e da più parti, al Lussemburgo (il Paese che ospiterebbe il pacchetto di controllo di Miteni) di essere un paradiso fiscale. Ora il fatto di essere fuori o dentro una black-list, lasciando per un attimo i criteri con cui questa viene elaborata, ha un certo valore in termini amministrativi e tributari; ma ne ha ben poco in termini critica politica o fiscale. Non a caso le polemiche al vetriolo sull'ex premier lussemburghese Jean Claude Juncker proprio in materia di tassazione per le multinazionali riempirono le pagine di tutti i quotidiani europei.

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