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Scuola

Tutti i primi giorni di scuola: così uguali, così diversi

Dal registro con i paginoni al registro elettronico, dall’astuccio di legno ai pennarelli fluorescenti: la scuola è avventura che si ripete, sempre uguale e sempre diversa, che è anche l'occasione per riflettere su come cambia la nostra società

Emma è emozionata. Tra poco andrà per la prima volta a scuola. Il nonno, incaricato di accompagnarla ogni mattina, la guarda mentre passa e ripassa il materiale che i genitori le hanno comperato: lo zaino tecnologico con lo scomparto per il cellulare, gli ipertesti, i pennarelli fosforescenti, il righello con i led luminosi. E va con la mente ad una scuola che non c’è più: al suo astuccio di legno con il coperchio scorrevole, ai pennini, alla boccetta dell’inchiostro, ai grembiuli con il fiocco colorato, alla cartella di cuoio con la ribaltina.

Emma sta partendo per un lungo viaggio che segnerà la prima parte della sua esistenza. Il primo giorno di scuola e migliaia di gambe e di occhiali di corsa sulle scale, come cantava Venditti, che Emma non conosce nemmeno di nome, perché sul suo ipad ascolta solo Rovazzi e Fedez. La scuola la modellerà, come un torrente i sassi del greto. Di questa scuola il nonno sa poco o nulla. Lui ricorda la maestra unica per tutti i bambini in una classe dove nessuno si sognava di chiedere la rimozione del crocefisso. Tutti in piedi, l’inno di Mameli, la merenda fatta in casa, la refezione per i più poveri. Quel suo compagno di banco che si chiamava Onorino, quando nel registro non c’erano Ahmed, Igor o Ayeye. Qualcuno dovrebbe spiegargli quanto le cose siano cambiate da allora.

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