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Vicenza bocciata sulle acque reflue da Bruxelles: rischio maximulta

Il capoluogo berico rischia, con altri 143 comuni grandi e piccoli, una salata multa dalla Comunità Europea, tra gli 11 mila e i 143 mila per ogni giorno di ritardo nella messa in regola di fogne e depuratori

Potrebbero pagare una multa europea tra gli 11mila e i 714mila euro per ogni giorno di ritardo i 143 comuni italiani fuorilegge su fogne e depuratori. Nell'elenco delle città a rischio di euromulta ci sono Padova, Rovigo, Vicenza, Gorizia, Pordenone, Udine, Monza, Brescia, Aosta, Forlì, Pesaro, Urbino, Perugia, Frosinone e Cagliari. E altri comuni. Grandi (Castelfranco e Bassano per esempio) e piccoli (come Osnago o Strambino).

Secondo la Commissione di Bruxelles, «la mancanza di idonei sistemi di raccolta e trattamento, che avrebbero dovuto essere istituiti già dal 1998, comporta rischi per la salute umana, le acque interne e l'ambiente marino». Le acque reflue non trattate possono essere contaminate da batteri e virus dannosi, «e rappresentano pertanto un rischio per la salute pubblica». Il caso recente delle intossicazioni da Escherichia Coli in Germania può dare un'indicazione dei rischi. Inoltre le acque non depurate «contengono tra l'altro nutrienti come l'azoto e il fosforo che possono danneggiare le acque dolci e l'ambiente marino favorendo la crescita eccessiva di alghe che soffocano le altre forme di vita», dice Bruxelles.

L'Unione europea ha dato agli italiani due mesi prima di portare la vicenda alla Corte europea di giustizia.

 

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