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Martedì, 16 Aprile 2024
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Vicenza, Cicero: "Nomadi vivono come maiali", richiamo del presidente

Il presidente del consiglio comunale, Federico Formisano, ha inviato ai consiglieri un forte richiamo a non travalicare i limiti della decenza, come accaduto nella seduta di martedì con il consigliere Cicero

"Vivono come maiali". In relazione alle espressioni utilizzate martedì pomeriggio in consiglio comunale da Claudio Cicero nel riferirsi ai campi nomadi, il presidente Federico Formisano ha inviato ai consiglieri un forte richiamo a non travalicare i limiti della decenza.

LA QUESTIONE NOMADI 
LE SCUSE DI CICERO


Questa la sua dichiarazione: “I poteri del presidente del Consiglio Comunale, in merito alla gestione delle sedute consiliari, sono stabiliti dall’ art. 13 comma 2 del Regolamento del Consiglio Comunale. che concede al Presidente il potere di richiamare i consiglieri che pronuncino parole ingiuriose o sconvenienti e di interdire la parola qualora questi fatti si ripetano. Finora non sono mai dovuto ricorrere a questi estremi sia perché i consiglieri ben difficilmente hanno trasceso nelle espressioni, sia perché ho ritenuto di non applicare eccessiva rigidità nell’applicazione del regolamento consiliare affidandomi alla considerazione che l’intelligenza delle persone consente generalmente di regolare le espressioni da usare all’ambiente del Consiglio Comunale. Nel rammentare che tra i principi cardine del nostro Statuto vanno richiamati quelli menzionati nell’art. 5 in particolare al comma 1 “Il Comune di Vicenza ispira la propria azione ai valori di libertà, uguaglianza e fraternità; è al servizio della persona, del cittadino, della famiglia e della comunità, promuove la solidarietà e la coesione sociale” e al comma 3 “ il Comune promuove politiche attive per contrastare ogni forma di discriminazione fondata in particolare sul sesso, sulla razza, il colore della pelle e l’origine etnica e sociale, ecc. “ ritengo opportuno formulare un forte richiamo ai consiglieri comunali affinché nell’esercizio delle loro funzioni e nell’ambito della libertà di espressione, non travalichino comunque i limiti della decenza e delle espressioni inopportune”.

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