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Tav a Vicenza, una mozione del Pd rimescola le carte

Il documento presentato in luglio dal Pd, primo firmatario Stefano Fracasso, potrebbe presto essere oggetto di un nuovo confronto: e di imbarazzi nel centrodestra

Una mozione d’indirizzo presentata dal Pd due mesi e mezzo fa in consiglio regionale in materia di Alta velocità nel Vicentino potrebbe potrebbe presto tornare d’attualità a palazzo Ferro Fini (forse con una discussione dedicata, forse con una trattazione calendarizzata in altra maniera) riaccendendo le polveri sull’annosa questione del passaggio della Tav-Tac lungo l’asse Brescia, Verona, Vicenza, Padova.

La mozione 365

La base di partenza della mozione 365, che vede come primo firmatario il democratico Stefano Fracasso e che porta la data del 18 luglio 2018 , utilizza come punto di partenza il protocollo d’intesa che nel 2014 venne sottoscritto tra Comune di Vicenza, camera di commercio vicentina, Regione Veneto e Ministero delle infrastrutture. Si trattava di un documento complesso che non solo descriveva alcuni aspetti dell’attraversamento della Tav nel capoluogo berico, ma che di quest’ultimo ridisegnava anche alcuni aspetti urbanistici. Nonostante quel documento fosse stato profondamente rivisto con un addendum del 13 gennaio 2015, in città le reazioni dei comitati, degli ecologisti, di un pezzo della politica furono ferocemente avverse.

Le critiche

C’è chi come Fi critica il tracciato proponendo percorsi alternativi, chi come il Coordiamento out critica in radice l’idea di Tav proponendo soluzioni alternative. Alternative, anche se di tenore ancora diverso erano arrivate anche dal think tank Ferrovie a nordest che col portavoce Federico Gitto nel dicembre 2014 aveva evidenziato i limiti della proposta avanzata dal gruppo Fs.

Nel frattempo di acqua sotto i ponti ne è passata.

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