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Disagi al cantiere Spv in Vallugana: «dalla Regione rassicurazioni poco credibili»

Una interrogazione del consigliere Guarda fa tornare di attualità i nodi legati alla realizzazione della Spresiano-Montecchio: compresa quella dei ritardi nei lavori

I residenti della zona lamentano i disagi dovuti al cantiere, nonché alle relative polveri per non parlare delle esplosioni delle mine. La Regione Veneto sostiene che i lavori stanno procedendo nel rispetto dei parametri di legge. Quando si parla della costruzione in corso della Superstrada pedemontana veneta, nota come Spv, in zona Malo-Vallugana le polemiche non mancano mai. L'ultima è andata in onda oggi oggi 20 maggio per via di una interrogazione del consigliere regionale leoniceno Cristina Guarda del gruppo Cpv: la quale spiega che non è disposta per nessun motivo «a bersi le rassicurazioni dell'amministrazione regionale in tal senso».

«Tutto in regola secondo Arpav, che controlla per conto della Regione, da cui è controllata, i cantieri della Pedemontana Veneta di cui è socia: in questa regione il controllato è anche controllore. E secondo il controllante i residenti della Vallugana hanno le visioni e le allucinazioni auditive, i video che fanno sono come quelli degli ufo, e gli accessi al pronto soccorso sono evidentemente casi di ipocondria». I toni sprezzanti di Guarda si riferiscono alle ultime esternazioni dei residenti della zona i quali «armati di telefonino» avevano «documentato per l'ennesima volta le violazioni da parte delle maestranze» a partire «dal mancato utilizzo dei getti d'acqua per abbattere le polveri di cantiere».

E così la consigliera, che ritiene «le rassicurazioni della Regione poco credibili» rincara la dose: e nella sua interrogazione aggiunge che le certezze di palazzo Balbi fanno riferimento a condotte virtuose da parte del concessionario incaricato di eseguire l'opera e di gestirla dopo la fine dei lavori «che purtroppo non rispondono alle esigenze giornaliere delle famiglie colpite nella sfera più intima, nella propria casa... lo testimoniano - attacca Guarda - foto e video che i residenti mi mandano quotidianamente, sopportano lavori fatti senza il rispetto delle regole che vengono altrove richieste a tutte le imprese. È sotto gli occhi di tutti il fatto che troppo spesso le imprese impiegate nel maxi cantiere lavorano senza abbattere le polveri. Siamo di fronte ad un costante abuso della propria posizione» proprio a causa dell'intreccio tra «controllore e controllato».

Sullo sfondo però rimane una partita ben più ampia. A settembre dovrebbe scadere la deroga speciale che il concessionario (la italo-spagnola Sis) ha ottenuto un paio di anni fa dal Ministero dell'ambiente. Si tratta di una deroga che permette alle maestranze di usare la Vallugana come punto per proseguire le perforazioni del tunnel Malo, le cui estremità est ed ovest non erano agibili in quanto colpite da due sequestri dovuti a due distinte vicenda giudiziarie. La ratio per l'apertura dello scavo in Vallugana, una zona di pregio ambientale che non doveva essere toccata, risiedeva appunto nel fatto che l'allungamento dei tempi di lavoro avrebbe potuto intasare la viabilità di quella parte della provincia berica. Le richieste della Sis, assecondate da Roma, fra mille polemcihe anche verso il governo, erano state sempre contestate dai residenti. Ma che cosa succederà ora che i termini della proroga sono in scadenza e che i lavori del tunnel «sono de facto in una sorta di cui de sac a causa della ostica natura geologica delle colline interessate allo scavo»? Il concessionario chuederà altro tempo? E lo otterrà?

E proprio le incognite legate alla impasse del tunnel fanno tornare di attualità un altro quesito. «Visto che è lo stesso governatore veneto Luca Zaia ad ammettere di non sapere se la Spv, che dovrebbe collegare Montecchio Maggiore nel Vicentino a Spresiano nel Trevigiano, sarà completamente ultimata per tempo proprio a causa delle lungaggini infine del tunnel che cosa succederà con il contratto in essere tra privati e palazzo Balbi? A rigor di legge in caso di ritardo - ricorda Massimo Follesa portavoce del Covepa un comitato da sempre ostico alla Spv - dovrebbero scattare sanzioni draconiane oppure bisognerebbe addirittura revocare la revoca. Perché - accusa Follesa - Zaia in questo momento tace rispetto a un probelma di tale portata? Per caso ha in mente di concedere al privato una proroga tanto abominevole quanto vergognosa magari giustificandola con la crisi dovuta al coronavrus? Sarebbe un abominio che farebbe rivoltare nella tomba i morti a causa del Covid-19». Il Covepa infatti spiega che il termine ultimo per la consegna dell'opera chiavi in mano è il gennaio del 2021. «Una deadline che è assolutamente incompatibile con lo stato di avanzamento dell'opera». La situazione rimane tesa peraltro anche perché proprio sulla condotta del concessionario per quanto riguarda le voragini createsi a ridosso del tunnel in zona Cornedo-Castelgomberto la Guarda aveva inviato un dettagliato esposto alla procura di Vicenza (vedi foto) del cui esito «ancora non si sa nulla».

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