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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

Scuole senza docenti e dirigenti, Zaia: "Il Ministero cosa fa?"

Il governatore del Veneto analizza e spiega le follie del "piano Renzi/Faraone" di assunzioni in ruolo di insegnanti che non ne avevano diritto dimenticando quelli da collocare realmente in cattedra e l'inefficienza ministeriale che ha portato a una carenza di insegnanti al Nord contro assurdi esuberi al Centro-Sud

In Veneto mancano 7mila docenti e 218 dirigenti scolastici. A lanciare l'allarme è il presidente regionale Luca Zaia sottolineando come sia una situazione che si riflette su tutto il territorio nazionale. Per quanto riguarda gli insegnanti: "Ne mancano seimila in Piemonte, addirittura 11mila in Lombardia, senza contare i 2mila rispettivamente in Friuli Venezia Giulia e in Liguria".

"Tanti sono i posti vacanti di insegnamento e potenziamento nelle scuole del Nord Italia - continua Zaia - Sulla carta dovrebbero essere coperti dallo straordinario e dal declamato piano di assunzioni di Renzi/Faraone. In realtà si tratta di neoassunti mai neppure arrivati a prendere servizio dalla nostre parti, perché nello scorso anno scolastico è stato consentito loro di continuare a fare i supplenti nelle scuole vicine a casa, mentre per l’anno in corso hanno ottenuto dal giudice il riconoscimento del diritto di rimanere nelle province in cui risiedono anche se non esistono ore di lazione da svolgere tali da giustificare lo stipendio fisso che ricevono. Nel frattempo, in Sicilia, 4.606 professori si godono lo stipendio senza far nulla perché in sovrannumero”.

Situazione che abbraccia anche la sfera dei dirigenti: “Non risultano all’appello anche 218 dirigenti scolastici.- precisa il governatore del Veneto - E il ministero della Pubblica istruzione cosa fa? Autorizza soltanto 285 posti in tutta Italia. Cornuti e mazziati, dunque. Come se negli ospedali scomparissero di colpo tutti i primari. Vi immaginate cosa accadrebbe?”.

“Al Nord – fa notare il Governatore del Veneto -  i posti devono essere coperti con supplenze, mentre al Sud e al Centro le scuole sono sovraffollate di docenti assunti in ruolo col folle piano di assunzione di Renzi/Faraone. Qualcuno non aveva ancora capito cosa c’è dietro il caos in cui è ancora immerso il sistema scolastico veneto? – prosegue Zaia - Continuiamo noi a spiegarlo ai veneti, perché è giusto che tante famiglie e tanti studenti alle prese coi disagi quotidiani lo sappiano e, soprattutto, lo tengano a mente quando andranno ad esprimersi sull’autonomia della loro regione”.

“Da un lato - continua Zaia - dunque il clima clientelare in cui sono maturate le assunzioni della ‘buona scuola’. Dall’altro il disastro nell’utilizzo dell’’algoritmo nazionale’ che governa i trasferimenti nazionali dei docenti. Messo in mano a una nuova e inesperta dirigenza scelta dalla ministra Giannini, l’algoritmo non ha tenuto conto del principio che chi ha più punti ha la priorità nella scelta della sede di servizio. Sarebbe stato sufficiente ritirare tutto, correggere i risultati e rinnovare la pubblicazione".

"Ma siccome la burocrazia romana non ammette mai i propri errori, si chiede (ad agosto!) agli uffici scolastici provinciali di fare le conciliazioni con i docenti – continua il Presidente del Veneto - Il Ministero ammette solo un numero ridottissimo di conciliazioni, i docenti non soddisfatti fanno ricorso ai giudici del lavoro che ordinano al Ministero di assegnare ai ricorrenti una sede di lavoro nella provincia. Da un lato gli Uffici provinciali del Sud assegnano i docenti ricorrenti a una scuola anche se non esistono più cattedre con ore di docenza disponibili, creando un allucinante soprannumero; al Nord intanto esplode il caos, il sistema di assegnazione delle supplenze va in tilt, e gli istituti (siamo a novembre) restano senza supplenti”.

“Gli esperti del settore mi testimoniano che la carenza dei dirigenti è stata determinata dal consistente numero di pensionamenti dell’ultimo triennio, non compensati da nuove immissioni in ruolo – dice Zaia –. In Veneto, per esempio, sono stati assunti in ruolo tutti i vincitori e tutti gli idonei dell’ultimo concorso del 2011, sono state accolte tutte le domande di mobilità interregionale in entrata da altre regioni e non è stato concesso il nulla osta ai dirigenti scolastici che hanno chiesto il trasferimento in uscita. Nonostante ciò, sono vuoti 168 posti, di cui 29 in scuole sottodimensionate”.

“Il risultato? – si chiede Zaia – Che i posti vacanti sono assegnati in reggenza a un dirigente scolastico disponibile a divedere il suo orario di lavoro fra la scuola in cui è titolare e quella in cui viene nominato reggente. Ci sono dirigenti, in Veneto, che si sono ritrovati a dirigere ben 14 scuole contemporaneamente.  Alle 168 reggenze citate, bisogna poi sommare 50 reggenze per effetto dei pensionamenti del prossimo anno. Il ‘buco’ dei presidi veneti arriverà dunque a quota 218 tra soli nove mesi”.

“In tutto questo il Ministro fa orecchie da mercante – conclude Zaia – forse perché distratto a reperire i soldi per le assunzioni (giuste o clientelari) che ha fatto, il 20 ottobre ha dichiarato in Senato che autorizzerà soltanto 285 posti in tutta Italia. Sono pochissimi, se si considerano le esigenze delle Regioni. Le immissioni di dirigenti calcolate sul numero totale autorizzato dal Ministero potrebbero aggirarsi intorno alle 15 o 20 unità per regione. Le famiglie e gli studenti, che pagano le imposte, si vedono negare un diritto costituzionale. In aula, sulla cattedra e nell’ufficio del preside”.

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