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Ospedale di Santorso, è scontro sul dopo Covid-19

Mentre Zaia rassicura che terminata l'emergenza il nosocomio tornerà alle sue funzioni ordinarie, nell'Alto vicentino Coalizione civica infilza il governatore e chiede chiarimenti su un eventuale depotenziamento

La tensione sul futuro della sanità nell'Alto vicentino rimane alta. Alcuni giorni fa i comitati, il Pd scledense, nonché Coalizione civica avevano manifestato parecchi dubbi: dubbi che l'ospedale di Santorso, oggi trasformato in hub per fronteggiare l'emergenza da Covid-19, perda definitivamente alcune delle sue funzioni, mettendo in sofferenza l'utenza del comprensorio. Gli addebiti non sono caduti nel vuoto tanto che Zaia, come racconta Il Giornale di Vicenza di oggi in pagina 33, fa sapere che l'ospedale di Santorso «tornerà quello di prima» una volta che sarà superata l'emergenza. Nel sostenere le sue argomentazioni il presidente leghista della giunta regionale snocciola il suo ragionamento e, in estrema sintesi, spiega che eventuali ridimensionamenti non sono possibili perché è la legge che non lo permette. Allo stesso tempo il presidente si dice stizzito per le continue voci incontrollate che a suo dire impediscono un corretto lavoro da parte della giunta in un momento tanto teso.

Tuttavia coloro che non più tardi di qualche girono fa avevano indirizzato una serie di dubbi all'esecutivo regionale non si dicono affatto convinti delle rassicurazioni di Zaia. A far sentire la propria voce sono stati Carlo Cunegato e Giorgio De Zen (entrambi di Coalizione civica di Schio) i quali stamani hanno diramato una nota molto puntuta in cui si mettono nero su bianco i timori per quanto potrebbe accadere al nosocomio di Santorso. Di più nel dispaccio i due spiegano che un pezzo della narrazione del governatore «non sta ne in cielo né in terra» fa sapere Cunegato ai taccuini di Vicenzatoday.it.

«Noi siamo preoccupati -  si legge - sia per il presente che per il futuro. Nel presente, perché nell'Alto vicentino non ci si ammala solo di coronavirus, ma le persone subiscono infarti, aneurismi, si rompono le gambe. Mentre Bassano ha vicino l'ospedale di Castelfranco e di Cittadella, noi siamo in un cul de sac. Se, come dice Zaia, l'emergenza può durare per mesi, che cosa succederà a chi magari da Posina o da Sant'Antonio dovesse avere un infarto?». E ancora: «Zaia dice di aver riaperto il punto nascite. Di cosa sta parlando? Altro che punto nascite, a Santorso c'è da sempre l'eccellenza del reparto ostetricia, ginecologia, pediatria e della terapia intensiva neonatale, un centro unico nel Vicentino. Poi dice di aver potenziato il pronto soccorso. Che cosa sta dicendo? Dalle grida di dolore del primario dell'estate scorsa, per il quale di notte si rischiava di avere un solo medico, i dati che abbiamo al 15 febbraio parlano ancora di un drammatica e inaccettabile carenza di personale. Se l'organico dovrebbe prevedere ventuno medici, i medici in servizio sono sette, più quattro assunti dalle cooperative. Di notte in servizio ci sono solo un medico ospedaliero, più un medico delle cooperative. Come si fa a parlare di potenziamento?».

La nota si chiude con un commento sulle rassicurazioni in tema di chiusure giunte dal governatore. «Zaia - accusano Cunegato e De Zen - dice che le schede ospedaliere sono legge, ma quante volte sono state cambiate le carte in tavola? Quindi niente di più naturale, per chi ama il proprio territorio e crede nella sanità pubblica, che temere che i reparti che verranno spostati a Bassano non tornino più indietro».

Frattanto nel comprensorio si moltiplicano le voci di chi avrebbe visto meglio, come hub per l'emergenza Covid-19, l'impiego dell'ex ospedale di Schio, il De Lellis o dell'ex nosocomio di Thiene, il Boldrini. Non mancano però tra i comitati coloro che temono che i due ex ospedali possano in un futuro più o meno prossimo entrare in una più ampia partita di natura economico-fondiaria con la Regione impegnata a valorizzare questi immobili per venderli piuttosto che riadattarli per le esigenze dell'utenza.

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