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Alluvione, Ruggeri: "Nessuna beffa, con fondo aiutiamo anche imprese"

L'assessore allo sviluppo economico risponde all'allarme lanciato da Confcommercio sulla restituzione dei fondi da parte di chi ha chiuso: "Non è una novità e siamo a disposizione per i casi più difficili"

“Non è una novità e nemmeno una beffa”, precisa l’assessore allo sviluppo economico Tommaso Ruggeri in merito all’obbligo di restituire gli anticipi per i danni dell’alluvione da parte di chi non ha effettuato i ripristini. “Si tratta infatti – prosegue l’assessore - di un presupposto fissato da subito dal Governo e chiaramente indicato a chi ha fatto richiesta di contributi per i quali, non a caso, si chiedeva di presentare in sede di saldo le pezze giustificative. Ad oggi non sono ancora stati fissati i tempi per la restituzione delle somme non dovute, ma è evidente che chi non riuscirà a dimostrare di aver eseguito i lavori dovrà purtroppo restituire quanto ottenuto”. L'ALLARME DI CONFCOMMERCIO

Ciò non vuol dire, però, che il Comune lascerà soli i cittadini e le imprese in maggior difficoltà: “Del fondo di solidarietà di 400 mila euro costituito dal Comune grazie alle donazioni ricevute dalla cittadinanza e destinato prevalentemente alle famiglie – ricorda Ruggeri – abbiamo già distribuito circa 117 mila euro a una ventina di cittadini e ad un paio di piccoli imprenditori in situazione di effettivo bisogno. Si tratta di casi individuati con oculatezza, perché il Comune di Vicenza non ha voluto erogare tali fondi a pioggia, ma destinarli soltanto a casi effettivamente difficili. Tra questi, avendo il Comune ancora quasi 300 mila euro a disposizione, ritengo possano sicuramente rientrare anche le piccole imprese i cui titolari sono stati costretti a chiudere per una situazione di grave e accertato bisogno, e che per questo dovranno restituire gli acconti allo Stato”.

“Dal momento che fino ad oggi – conclude l’assessore – la collaborazione con le associazioni di categoria è stata ottima, invito anche queste ultime a segnalarci le situazioni più difficili, quelle cioè in cui la chiusura di un’impresa alluvionata è dipesa da un grave stato di bisogno del titolare. A questi casi potremo sicuramente dare un aiuto proprio grazie alla generosità dimostrata a suo tempo dai cittadini”.

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