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La Merkel promuove Renzi, Berlato no: “Dubbi sulle ricette anticrisi”

L'on. Sergio Berlato dice la sua sul programma del nuovo presidente del consiglio e avanza alcuni dubbi: dagli sprechi della pubblica amministrazione ai nuovi posti di lavoro

La Merkel promuove Renzi, Berlato no. Il deputato italiano al parlamento europeo dice la sua sul programma del nuovo presidente del consiglio e avanza alcuni dubbi: dagli sprechi della pubblica amministrazione ai nuovi posti di lavoro.

IL PD STA CON RENZI MA "DALLE PAROLE AI FATTI"

Ecco il comunicato di Berlato:

“Comprendiamo le valutazioni parzialmente positive espresse da alcune categorie economiche e sociali a seguito delle enunciazioni (non ancora seguite da fatti concreti) espresse da Matteo Renzi nel corso della prima riunione del suo Governo.
Del resto una parte dei mezzi di comunicazione ha dipinto Renzi come “l’ultima spiaggia, l’ultima occasione prima della disfatta, l’ultima speranza prima del diluvio universale”.
E’ comprensibile quindi che le categorie vogliano dare fiducia a questo rampante esempio del nuovo che avanza, già molto esperto nell’usare i deprecabili metodi della prima Repubblica.
Dopo essere andato al governo senza alcuna legittimazione popolare (facendo esattamente il contrario di quello che aveva detto pochi giorni prima) nel corso della prima riunione del Consiglio dei ministri il neo incaricato presidente del consiglio ha elencato una serie di propositi (non ancora seguiti da alcun provvedimento formale in grado di produrre alcun effetto pratico) con i quali ha detto agli italiani di “stare sereni” perché era arrivato quello che avrebbe risolto i problemi dei cittadini e delle imprese italiane.
L’ultima volta che Renzi ha detto a qualcuno di “stare sereno” abbiamo visto tutti com’è andata a finire…
Man mano che passa il tempo, un sempre maggior numero di italiani comincia a pensare che Matteo Renzi sia un bluff costruito ad arte per guadagnare il tempo necessario per superare lo scoglio delle elezioni europee, appuntamento che può rappresentare un vero e proprio referendum su Renzi e sul suo governo.
Limitandoci a constatare la corrispondenza tra quello che Renzi ha detto con quello che finora ha fatto, non possiamo che dichiararci a dir poco preoccupati.
Il primo impegno ad effetto di Renzi è la promessa di aggiungere 85 euro al mese in busta paga a chi già ne percepisce 1.500. Non era forse meglio dare questi soldi a chi ha una pensione minima per i  quali 85 euro al mese possono davvero rappresentare un valido aiuto di sostentamento?
Come si coniuga poi questo ipotetico aiuto finanziario, dato ad alcune categorie di cittadini, con l’aumento dal 20 al 26% della tassazione sui risparmi di gran parte degli italiani?
Anziché aiutare chi ha già un lavoro sicuro, non era il caso di creare qualche nuovo posto di lavoro a chi, pur cercandolo disperatamente, un lavoro ancora non ce l’ha?
Altra enunciazione ad effetto di Renzi: metteremo all’asta 100 auto blu delle oltre 1.500 di cui dispone il Governo. Ritiene Renzi che sia questo il modo di aggredire gli sprechi della pubblica amministrazione?
Adesso si discute sull’opportunità di disdire l’ordinazione di 10 cacciabombardieri F 35 dei 90 in ordinazione (molte parti dei quali vengono prodotte da aziende italiane) ordinati per dare copertura aerea ai nostri soldati nelle missioni internazionali, ma non si parla del fatto che il Governo vuole mantenere in vita alcuni ministeri fotocopia che potrebbero essere accorpati, riducendo il numero delle migliaia di ufficiali super pagati che costano ogni anno una fortuna al contribuente italiano.
Anche Renzi, esattamente come i due suoi predecessori, pur non avendo alcuna legittimazione popolare, continua a chiedersi come aumentare la tassazione per coprire i buchi di bilancio, ma non sembra far nulla di significativo per ridurre gli sprechi che dissanguano il Paese, la burocrazia asfissiante che opprime i cittadini e le imprese, la spesa pubblica improduttiva che ostacola la nostra competitività”.

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