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Pride a Vicenza, Rucco: "Aspettiamo la richiesta e poi valuteremo"

Dopo il lancio della proposta del presidente dell'Arcigay Tedesco sulla possibilità che la manifestazione torni a Vicenza nel 2019, il sindaco si mette in una posizione attendista. Ma c'è chi soffia benzina sul fuoco

Pride a Vicenza nel 2019? La proposta, avanzata dal presidente di Arcigay Vicenza, Thomas Tedesco nel corso della  manifestazione arcobaleno che si è svolta sabato a Padova, sta facendo discutere. E tra l'approvazione incondizionata del coordinamento delle associazioni lgbt della provincia e il no senza appello di Fratelli d'Italia e dell'assessore Regionale Elena Donazzan, l'ultima parola spetta al Comune di Vicenza.

Il sindaco Francesco Rucco per adesso gioca di prudenza ma non esclude a priori il patrocinio. "Quando la richiesta delle associazioni ci sarà pervenuta allora prenderemo una decisione a livello di giunta"

Dal palco del Pride di Padova Tedesco aveva  sottolineato: "Vicenza è la città più democristiana d’Italia. Nel 2013 siamo riusciti a fare un pride e in quell’anno è nata anche Arcigay Vicenza. L’anno prossimo sarà il sesto anniversario. Per questo vogliamo lanciare la candidatura della nostra città per celebrare, il prossimo 15 giugno, il pride a Vicenza"

E se Rucco si mette in posizione di attesa "Il 2019 è ancora lontano", le prime prese di posizioni nel centrodestra sull'ipotesi del Pride a Vicenza sono di chiusura totale. Per l'assessore Regionale Elena Donazzan, ad esempio, la manifestazione è solo "una provocazione", mentre per Fratelli d'Italia "la ventilata ipotesi di rendere Vicenza teatro del gay pride nel 2019 è una provocazione delle associazioni lgbt in risposta alla vittoria del centro destra alle recenti elezioni amministrative: è uno “stress test” per il Sindaco".

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