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Pedemontana, M5S: “I privati investono zero e guadagnano il 90 per cento

I consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Jacopo Berti, Erika Baldin, Manuel Brusco e Simone Scarabel sono usciti dall'aula al momento del voto in Prima e Seconda Commissione

"Il privato prende tutto, ai veneti non resta che sborsare. La Pedemontana si prospetta come un pessimo affare per i veneti, che si trovano di fronte a un concessionario cui – e il gioco di parole non è casuale – è concesso davvero tutto". A puntare il dito sul pasticcio della Pedemontana veneta e sulle sue ripercussioni immediate e future sono i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Jacopo Berti, Erika Baldin, Manuel Brusco e Simone Scarabel.

I quattro sono usciti dall’aula mercoledì mattina al momento del voto in Prima e Seconda commissione, per testimoniare tutto il proprio sdegno per una vicenda che la maggioranza consiliare e il governo veneto stanno portando avanti a marce forzate.

“Noi veneti siamo un popolo di imprenditori – ricordano i consiglieri - non ci vengano a prendere in giro, qua il privato senza pagare nulla avrà ricavi per miliardi di euro. Quale business, investendo zero euro e con zero rischi, ti dà il 90% di ricavi lordi?”. “Il privato ha usato fino ad oggi solo soldi pubblici, e parliamo di 615 milioni di euro – proseguono i pentastellati - ne ha messi zero e dopo 6 anni siamo ancora circa al 20% dei lavori! Oggi hanno pure finito i soldi e vengono a chiederli di nuovo a noi. E Zaia cosa fa? Pur di salvare il concessionario tradisce i veneti e mette le mani in tasca a tutti noi per dare i soldi ai privati. Deve essere un sogno fare affari con la Regione Veneto: paga il pubblico ed i ricavi se li tiene il privato. Ma come è possibile che, a fronte di un privato che non fa quello che dovrebbe fare, Zaia decida di mettere le mani in tasca a tutti noi per salvarlo?”.

“E non è tutto – proseguono gli esponenti del Movimento 5 Stelle – perché la Regione metterà immediatamente nelle mani del privato 300 milioni di euro provento delle tasse, che serviranno al concessionario come fidejussione per farsi finanziare dalla banca. Ma non si è vista mai una fidejussione che si trasforma in denaro sonante prima ancora che si vada in banca”. “Qui c’è qualcosa che non quadra – è il commento dei consiglieri – il privato prende tutto, tanto subito quanto in futuro. E i veneti si ritroveranno a pagare ancora una volta per coprire lo squilibrio assoluto fra pubblico e concessionario. Questo è inaccettabile e chi ha deciso di portare avanti questo progetto dissennato senza neppure ascoltare le minoranze dovrà risponderne davanti ai veneti, traditi sull’altare degli interessi da chi aveva fatto loro un sacco di promesse appena due anni fa”.

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