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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Consigli comunali, maretta in vista: ma a settembre potrebbe essere burrasca

Le tensioni in seno alla maggioranza sulla ripartizione dei posti nella giunta berica si legano con le manovre in corso per l’assetto delle municipalizzate del Veneto

Tra oggi, giovedì e venerdì è in calendario una tre giorni al consiglio comunale di Vicenza. A causa degli attriti nella maggioranza di centrodestra, ma pure per quelli tra la stessa maggioranza e le opposizioni, le sedute si annunciano «un pochino movimentate». Il che vale soprattutto per le ultime due che sono destinate ad un assestamento di bilancio.

ATTRITI E POLTRONE
Il primo elemento riguarda le frizioni generate dall’allontanamento dalla giunta di Fdi. Sulle prime pareva che questa svolta impressa dal sindaco Francesco Rucco (a capo di una coalizione di centrodestra) potesse mettere a rischio la stessa sopravvivenza dell’esecutivo. Poi però le indiscrezioni filtrate da Roma di conciliaboli non stop tra i big di Lega, Fdi e Fi, hanno restituito una situazione diversa. Fdi che in sala Bernarda potrebbe avere i numeri per mandare a picco il centrodestra pare che sia intenzionata a non prendere alcuna decisione in attesa che dall'Urbe arrivino schiarite. Il partito si sente poco rappresentato in termini di incarichi e starebbe facendo sentire la propria voce. Per vero il leader veneto di Fdi Sergio Berlato da settimane smentisce che la crisi sia ascrivibile al suo movimento additando alcuni ambienti della Lega come i principali responsabili delle frizioni.

LA PRUDENZA DI ASPROSO
«Io credo che non vedremo scossoni particolari sia in aula che nel resto della politica cittadina: motivo per cui non ritengo affatto che assisteremo ad una crisi della maggioranza» fa sapere il consigliere di Coalizione civica Ciro Asproso il quale aggiunge però un altro spunto di riflessione che riguarda le tensioni interne che stanno animando il Carroccio tra l’ala più vicina al governatore Luca Zaia (il quale ultimamente sembra aver emeno appeal tra i piani alti del suo partito) e l’ala sovranista che fa riferimento al leader nazionale del Carroccio Matteo Salvini. «Da questo punto di vista - rimarca il consigliere di centrosinistra che vanta una lunga esperienza in sala Bernarda - nulla esclude che i pretoriani che oggi difendono Rucco contro Berlato possano cambiare idea in modo clamoroso. Se nel frattempo a livello romano non interverrà una mediazione di peso, dopo l’estate ne potremmo vedere delle belle».

IL RISIKO DELLE MULTIUTILITY
L’altro versante delicato riguarda il futuro della municipalizzata Aim. Dopo le ipotesi di fusione con la cugina veronese Agsm il matrimonio pare essere sfumato. A Roma si parla di un accordo tra alcuni ambienti del Carroccio e alcuni ambienti del Pd in forza del quale Agsm potrebbe finire nell’orbita della trevigiana Ascopiave che a sua volta sarebbe inglomerata dal gigante emiliano Hera. Per Vicenza, sempre in forza dello stesso disegno, si preparerebbe un futuro in un altro colosso pubblico-privato del nord, ovvero la bresciana A2A.

Ora al di là delle questioni strategiche nonché del ginepraio dei colossali interessi in gioco, uno dei punti dirimenti di una piano del genere (che non è detto riesca) riguarda il prezzo di acquisto delle due multi-utility venete. La tendenza che si sarebbe delineata è quella di tenerlo il più possibile basso. Il che costituirebbe un duro colpo per i due comuni i quali da sempre possono contare sui trasferimenti garantiti della rispettive multiservizio. E costituirebbe però un colpaccio invece per gli acquirenti. Tuttavia che l’approdo emiliano e lombardo conti su sponsor di alto livello lo confermerebbero le indiscrezioni che da settimane arrivano da Roma. Nel Carroccio gli alfieri dell’operazione sarebbero il sottosegretario alla presidenza del consiglio Giancarlo Giorgetti, il governatore Zaia e, tra gli altri, anche il consigliori giuridico di quest’ultimo, ovvero l’avvocato Massimo Malvestio. In casa del Pd l’operazione vedrebbe il favore del gotha emiliano del partito e di un pezzo della segreteria nazionale.

Va da sé che in un contesto del genere hanno trovato terreno fertile i dissidi in seno alla maggioranza che regge palazzo Trissino. Dissidi che potrebbero anche replicarsi in seno al centrodestra veneto, che, specie in casa leghista, non è tutto allineato rispetto ad una opzione del genere sulle municipalizzate.

LA DIATRIBA SUL REGOLAMENTO
A palazzo Trissino poi rimane poi sul tappeto la querelle tra centrodestra e centrosinistra sulle modalità di convocazione del consiglio comunale. Si tratta di una materia giuridica molto specialista ma che ha effetti concreti sul funzionamento dell’aula. Il centrosinistra preme per una interpretazione più rigida del regolamento in forza del quale le convocazioni vanno concertate una per una. Il centrodestra, ritenendo il regolamento applicabile in maniera più estensiva, privilegia una interpretazione più elastica della norma. Tanto che la querelle è destinata a riproporsi nel breve futuro.

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