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Indipendenza del Veneto: in due cominciano il digiuno ad oltranza

Due militanti di Indipendenza Veneta, Bianca Durigon, 24 anni, e Maurizio Giomo, 47, entrambi della provincia di Treviso chiedono che la Regione dia seguito alla risoluzione sul referendum

Due attivisti di Indipendenza Veneta dichiarano un digiuno ad oltranza a partire da giovedì 14 marzo. Anna Durigon e Maurizio Giomo segregati nella sede trevisana del movimento con solo acqua, thè, flebo e webcam. INDIPENDENDENZA: IL SONDAGGIO

Gli indipendentisti non sono più disposti a sopportare lo stallo istituzionale nei confronti del referendum per l’indipendenza del Veneto, e da Treviso incomincia lo sciopero della fame fino a che non arrivi risposta dalla Regione Veneto. Il 28 novembre il Consiglio Regionale del Veneto ha approvato la Risoluzione 44, la quale impegna Luca Zaia e Clodovaldo Ruffato “ad attivarsi urgentemente per garantire l’indizione della consultazione referendaria e accertare la volontà del Popolo Veneto in ordine alla propria autodeterminazione”.

“Sono 3 mesi che aspettiamo, e non siamo più disposti a rimanere passivi di fronte a una serie di suicidi dovuti alla disperazione,” dichiara Anna Durigon, 24 anni, di Zero Branco. “Pretendiamo solo che il consiglio regionale rispetti gli impegni presi, perché non è accettabile frenare, per chissà che motivi, un percorso democratico che può dare delle risposte immediate alla crisi che stiamo subendo”. Dal 28 novembre la Regione Veneto non ha ancora avviato l’impegno preso per applicare il diritto di autodeterminazione. Il percorso auspicato dal movimento Indipendenza Veneta richiama un diritto internazionale, al di sopra delle costituzioni nazionali, che porterà gli scozzesi e i catalani a votare per la propria indipendenza politica già l’anno prossimo. Mercoledì 12 marzo, anche le isole Falkland, territorio britannico abitato da cittadini dell’Unione Europea, hanno votato in un referendum di autodeterminazione. Anche se questo voto è stato favorevole a rimanere parte del Regno Unito, segue un trend in Europa occidentale che ha già visto l’autodeterminazione della Groenlandia dalla Danimanca nel 2009.

“Non sono disposto a vivere come cittadino di serie B” dichiara con molta determinazione Maurizio Giomo, 47 anni, di Treviso. “Dopo l’acqua per me ci sarà la flebo, perché non ho intenzione di fermare il mio digiuno finché la Regione non mi da la possibilità di avere gli stessi diritti di altri cittadini europei.” Come ex corridore Giomo è consapevole della maratona psico-fisica a cui sta andando incontro, perché la burocrazia istituzionale si è già rivelata per molti imprenditori una sfidante spietata, ma Maurizio non demorde. “Basta! Anche se rimango abbandonato da chi è stato eletto per difendere i miei diritti, finché non fanno un passo io non mangio più.” Durigon e Giomo non rimangono di certo abbandonati da Indipendenza Veneta, che ha dato a disposizione la sede di Treviso, munito di due brandine, per tutto il periodo del loro digiuno.

“Quando Anna e Maurizio mi hanno manifestato le loro intenzioni, non potevamo di certo non sostenerli” spiega Lodovico Pizzati, segretario di Indipendenza Veneta. “Per appoggiarli anche diversi di noi faranno una giornata di digiuno da casa, e abbiamo già un farmacista disposto a monitorare la loro salute nel caso probabile che il digiuno si protrarrà per diverso tempo.” Sul sito del movimento, oltre alle sottoscrizioni al digiuno, Indipendenza Veneta ha installato il webcast e chat perché amici e conoscenti possano interagire con Anna e Maurizio per tutta la durata del digiuno ad oltranza verso l’indipendenza del Veneto.

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