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Martedì, 23 Aprile 2024
Politica

Fusione Ava Etra? L'Usb vuole chiarezza

Il sindacato autonomo teme che l'accorpamento tra le due realtà possa mettere a rischio l'occupazione e chiede alla multiservizio scledense di dire la sua

Mentre sulla stampa si moltiplicano le indiscrezioni di una possibile fusione tra Etra e Ava i vertici aziendali di Ava tengono i lavoratori all'oscuro di tutto. Una situazione del genere è inaccettabile ed è giunto il momento che quest'ultima getti la maschera per fare chiarezza. È questo il succo di uno sfogo del sindacato autonomo Usb che oggi pomeriggio al riguardo ha diramato una nota al vetriolo.

L'ANTEFATTO
La polemica si inasprisce ai primissimi del mese di agosto quando i lavoratori di Ava, la multiservizio partecipata dai comuni dell'Alto vicentino, incontrano il direttore generale Riccardo Ferrasin, considerato il vero deus ex machina della srl di via Lago di Pusiano (in foto la sede): un Ferrasin che molto più del presidente Carlo Lovato conosce il polso della situazione. I dipendenti sono preoccupati perché, come si legge nella nota diramata oggi, temono per eventuali ricadute sul piano occupazionale dal momento che la storia economica insegna che spesso alle fusioni seguono i licenziamenti.

In quella occasione i lavoratori, spallegiati dal sindacato Usb, chiedono conto a Ferrasin delle voci che riguardano una eventuale fusione con Etra, la cugina bassanese di Ava, la quale serve però una miriade di comuni anche nel Padovano più qualcheduno nel Trevigiano e proprio da questi è partecipata a livello societario. In quella occasione Ferrasin «dietro al paravento che la possibile fusione non fosse all'ordine del giorno della discussione» evita di parlare di una aggregazione che molti media danno per altamente probabile. «Quando abbiamo posto questo sul tavolo questo argomento - attacca Claudio Germano Raniero, responsabile berico del sindacato autonomo Usb, supportato dagli Rsu ovvero i rappresentanti aziendali - Ferrasin è uscito dai gangheri. Noi comunque non accetteremo mai di buttare la discussione in caciara per dare un alibi a chi non vuole parlare».

LA CRITICA
Sono passati ormai venti giorni e nonostante sulla stampa veneta si moltiplichino le voci nonché i resoconti sui passi formali compiuti fino ad ora a partire dalla redazione di una due diligence, ovvero di una relazione dettagliata sullo stato delle due società proprio in relazione ad un possibile accorpamento, l'Usb lamenta ancora l'assenza di ogni tipo di comunicazione coi lavoratori sebbene le leggi sul lavoro lo prevedano espressamente.

LE INDISCREZIONI
Intanto nei corridoi del comune di Schio si rincorrono le voci. Voci che parlano di ambienti sia di maggioranza che di minoranza che poco gradirebbero la fusione. Tra i timori che sarebbero emersi più frequentemente ci sono quelli dell'inceneritore di Schio. In città e dintorni esiste un vasto movimento d'opinione che punta a chiudere l'impianto anche alla luce delle buone performance in termini di raccolta differenziata da parte del comprensorio. Etra invece sarebbe comunque interessata a mantenere in vigore l'impianto, controllato appunto da Ava, in ragione di possibili prospettive di business che potrebbero materializzarsi all'orizzonte: cosa che però sta mettendo in allerta la galassia ambientalista.

Sul piano partitico poi (e la cosa imbarazza un po' il mondo della politica) l'aggregazione sarebbe spinta da settori importanti del Carroccio e del Pd, due partiti che invece in tema di etica e di diritti civili sono spesso ai ferri corti. L'altra questione che in passato avrebbe reso effervescente la discussione nei corridoi di via Pasini riguarda proprio il futuro del direttore generale Ferrasin. Quest'ultimo, nel caso di una fusione che gioco forza dovrebbe comprimere il top management, sarebbe poco propenso a farsi da parte. Nei confronti dello stesso Ferrasin poi, sebbene in punta di piedi, non sarebbero mancate le iniziative di alcuni consiglieri di maggioranza nonché di alcuni dirigenti municipali che avrebbero chiesto al primo cittadino di vederci chiaro sull'emolumento percepito dal direttore generale della srl di via Lago di Pusiano. Contatto per un chiarimento in tal senso il sindaco Orsi, almeno per il momento, ha preferito non rispondere.

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