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Federalismo: 2012 "anno nero per le autonomie"

In Italia si è proceduto a un notevole decentramento della spesa (33,2% nel 2011), ma non delle entrate (18,4%), a differenza ad esempio della Germania

"Il federalismo, additato come la ragione di tutti i mali del Paese, non può essere accusato di nulla semplicemente perché nulla è stato fatto per realizzarlo".

E' questo il punto di partenza, sottolineato dal presidente del Consiglio regionale veneto, Clodovaldo Ruffato, da cui muove il nuovo rapporto, dal titolo 'Il federalismo in tempo di crisi - Viaggio nella spesa pubblica italiana', realizzato dall'Osservatorio regionale sul federalismo e la finanza pubblica. Il rapporto, presentato oggi nella sede del Consiglio regionale veneto e che sarà integralmente disponibile entro fine gennaio sul sito www.osservatoriofederalismo.eu, è una nuova tappa del percorso di approfondimento in materia di federalismo fiscale e decentramento amministrativo iniziato sei anni fa e intende riavviare il dibattito sul federalismo come antidoto al neocentrismo, ribadendo alcune proposte interpretative alla luce delle recenti manovre finanziarie governative che hanno di fatto - è stato detto - bloccato la riforma federalista.

"E' un documento importante - ha commentato Ruffato - che individua i vantaggi del federalismo in un momento di crisi come questo. E' uno studio in controtendenza, visto che il federalismo è stato sacrificato negli ultimi mesi sull'altare dell'emergenza, anche se, a determinare questa situazione di crisi, ha contribuito proprio la politica neocentralista del Governo, che di fatto ha privilegiato la burocrazia statale. Con questo studio, puntiamo a individuare dove stanno i principali sprechi e le principali inefficienze, dimostrando come autonomia e federalismo fiscale sono l'unica via per salvare l'Italia. E il Veneto vuole andare in questa direzione".

Tra i dati che emergono dalla sintesi del rapporto, illustrata dal segretario generale di Unioncamere del Veneto, Gianangelo Bellati, si evidenzia come, negli ultimi 20 anni, in Italia si è proceduto a un notevole decentramento della spesa (33,2% nel 2011), ma non delle entrate (18,4%), a differenza ad esempio della Germania dove tali percentuali si attestano rispettivamente sul 38,8 e sul 34,4%. Lo 'spread' con i tedeschi é evidente anche riguardo al rapporto tra personale pubblico e competenze di spesa: in Italia, Regioni ed enti locali gestiscono il 58,1% della spesa con il 43,3% del personale, mentre in Germania le amministrazioni locali gestiscono il 71,4% della spesa pubblica con l'87,6% del personale. L'incidenza delle manovre sulle autonomie locali sulla spesa consolidata, in Veneto, è stata invece del 19,2 per cento. "Il 2011 e soprattutto il 2012 - ha illustrato Bellati - sono stati gli anni neri per le nostre autonomie. In questo studio ci siamo chiesti, in particolare, se il processo di accentramento registrato nell'ultimo anno e mezzo abbia portato più benefici o danni. E' evidente che senza aumentare il sistema delle imprese, non è possibile rimediare all'incidenza del debito pubblico sul Pil, così come è chiaro che un aspetto fondamentale non attuato è quello del decentramento del personale, con il nostro Paese che è in controtendenza rispetto ad altri Paesi sul tema del regionalismo. Sarebbe invece molto importante avere manovre economiche differenziate nelle diverse zone del territorio nazionale, cosa che, fino ad oggi, non si è mai sentita. E i vantaggi del federalismo sono molteplici: basti pensare che anche la Germania potrebbe imparare dal Veneto in materia di spesa pubblica, visto che, adeguandosi ai parametri di spesa pubblica adottati qui, il risparmio, a livello nazionale, sarebbe di 27,8 miliardi". Lo studio si chiude con alcune proposte, a partire da quella del federalismo differenziato (che potrebbe, secondo le stime, avere un effetto volano per l'economia del Veneto, con un +9,2% del Pil pro capite), ma evidenzia anche la necessità di un nuovo patto di stabilità, mentre il riaccentramento dei conti pubblici non viene vista come la soluzione ai problemi del Paese, con l'eccessiva tassazione che rischia di bloccare il sistema economico.

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