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Martedì, 30 Aprile 2024
Politica

Cappelletti smentisce: "Nessuna apertura nei confronti del Pd"

Il senatore M5S smentisce di essere disponibile ad un alleanza con il Partito democratico, ma che voterà punto per punto. Moretti da Vicenza: "Si assumeranno le loro responsabilità se non voteranno la fiducia"

"Non ho rilasciato nessuna intervista a Il Fatto Quotidiano, che ha fatto un taglia e cuci di dichiarazioni di agenzie, modificando sostanzialmente il mio pensiero. Ho sempre dichiarato e continuo a farlo che non sono favorevole ad alleanze ma che valuteremo provvedimento per provvedimento".

E' nettissima la smentita del neo senatore vicentino del Movimento 5 stelle  Enrico Cappelletti sulla sua presunta apertura nei confronti del Partito democratico. Cappelletti si trova a Roma, alla riunione organizzativa dei 163 eletti nelle liste del movimento di Beppe Grillo. Dura la replica della deputata Alessandra Moretti, che aveva inzialmente accolto la novità con soddisfazione: "Forse Cappelletti non sa che se si vuole dare un governo a questo Paese, in un momento così drammatico, dovranno decidere sul voto di fiducia. Se non si assumeranno questa responsabilità ne dovranno dar conto davanti agli italiani".

Moretti, che domani sera sarà ospite a Porta a Porta, rincara la dose: "Noi del Pd vogliamo un cambiamento, esattamente come gli eletti del Movimento 5 stelle. La direzione nazionale voterà sugli 8 punti di programma proposti da Bersani e cominceremo a lavorare per risolvere la crisi che attangaglia l'Italia". "La proposta di Beppe Grillo di modificare l'articolo 67 della Costituzione, che svincola i parlamentari dai partiti, può essere oggetto di discussione ma nell'ambito di una vasta gamma di riforme - prosegue, commentanto il post sul blog del leader M5s - Io vedo più un problema di moralità che non di Costituzione".

"Ovviamente non faremo alcun accordo con il "giaguaro" - prosegue Moretti - Berlusconi vuole la carica di Presidente del Senato per sfuggire alle sue sempre più numerose vicende giudiziarie e noi non lo aiuteremo di certo". Improbabile anche un avvicendamento al vertice all'interno del Partito democratico tra Renzi e Bersani, "che non solo ha vinto le primarie ma anche le elezioni, seppur di poco. Siamo un organo democratico e ne discuteremo ma non mi sembra uno scenario possibile. Ma la cosa più importante in questo momento - conclude - è lavorare per il Paese".

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