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Deroghe ambientali, «Il parlamento smonti la legge veneta votata in estate»

Duro affondo del consigliere regionale Zanoni durante un convegno nel Trevigiano. Presenti anche gli attivisti dei comitati del comprensorio bassanese che hanno chiesto più attenzione sul tema della ex cava Poiana. Mocellin: «Abbiamo scoperchiato un vaso di pandora»

La disciplina urbanistica approvata in estate a palazzo Ferro Fini è devastante nei confronti dell'ambiente e del territorio di quella che fu la Serenissima. Per questo è auspicabile che la nuova maggioranza (M5S e Pd) che regge le sorti del governo nazionale vari una norma statale, anche per decreto, che faccia a pezzi l'impianto della legge tanto cara al governatore veneto, il leghista Luca Zaia.

È questo il succo di un attacco senza precedenti quello lanciato ieri dal consigliere regionale del Pd Andrea Zanoni, uno dei volti più noti dell'ala ecologista veneta del partito, il quale ieri 2 ottobre a Castelfranco Veneto ha preso parte ad un convegno del «Coordinamento salviamo il paesaggio» dedicato proprio al tema della salvaguardia territoriale. Alla fine dei lavori, tenuti presso la biblioteca civica di Castelfranco, sono intervenuti pure alcuni attivisti del «Comitato salvaguardia ambiente e salute» di Rosà che hanno richiamato l'attenzione dei presenti (una quarantina) rispetto alla querelle ambientale che da mesi sta incendiando gli animi del piccolo centro del Bassanese per una vicenda che da qualche giorno è deflagrata pure in Regione dove proprio Zanoni da giorni sta marcando stretto l'assessorato all'ecologia, accusato di essere sfuggente sull'argomento.

«La norma della Regione Veneto del luglio di quest'anno che lorsignori della maggioranza di centrodestra hanno tanto bramato, hanno avuto la sfrontatezza di chiamarla pure legge ordinamentale a favore del territorio, ovvero legge che riordina il quadro normativo esistente. In realtà - attacca Zanoni - è una vera e propria porcheria che rende possibile l'ennesima congerie di deroghe, a beneficio dei soliti noti, cavatori in primis, deroghe che stanno alla salvaguardia del territorio come Dracula sta al circolo dei donatori di sangue. Per questo motivo - rimarca Zanoni - è auspicabile che il mio partito nonché il M5S facciano fronte comune per elaborare una norma statale, chiaramente sovra-ordinata, che decostruisca smonti ed inertizzi una ad una le deroghe che oggi fanno del Veneto la patria del laissez-faire del bitume e del cemento».

Durante la serata ha parlato anche Morena Bragagnolo, responsabile per la Castellana di «Salviamo il paesaggio», la quale oltre a distillare una lunga disamina sul consumo del suolo e sulla pervasività della cementificazione che nel Veneto «da tempo vanta un raccapricciante primo posto in Italia assieme alla Lombardia», si è occupata anche di linguaggio della politica. «Dopo l'approvazione della cosiddetta legge ordinamentale - dice la dottorssa Bragagnolo che è unaspecialista del settore - sulle agenzie di stampa si sono moltiplicate le uscite dei fautori della norma i quali stravolgendo il senso delle parole hanno parlato di legge pro ambiente e pro paesaggio quando invece se si vagliano i singoli passaggi del provvedimento spesso e volentieri si va nella direzione opposta».

Ad ogni modo l'incontro, ha avuto una coda che ha ulteriormente aumentato la temperatura dello scontro che nel Veneto caratterizza i temi ecologici. A margine della serata infatti è intervenuto Ermes Mocellin, uno dei volti più noti del «Comitato salvaguardia ambiente e salute» di Rosà che ha acceso i riflettori sulla situazione ambientale della ex cava Poiana proprio a Rosà: «Amministratori locali, diversi politici del territorio più volte contattati e ora anche l’assessore all'ambiente, nessuno risponde alle nostre grida di aiuto» fa sapere Mocellin che ha fissato il pensiero del comitato anche in una nota scritta diramata oggi. Le persone chiamate in causa spiega l'attivista «non si presentano agli incontri e sparano titoli fuorvianti. Interpretiamo purtroppo questi atteggiamenti come chiari segnali che la nostra azione abbia scoperchiato un vaso di pandora. Il nostro comitato - rimarca Mocellin - ha denunciato con un esposto alla procura di Vicenza la grave situazione ambientale a Rosà e i cittadini hanno il diritto di avere risposte serie e ragionevoli da parte di coloro che si sono presi la responsabilità di amministrare il nostro territorio. Lo scorso agosto abbiamo spedito una raccomandata» al presidente della giunta regionale il leghista Luca Zaia nonché al funzionario regionale «ingegnere Marco Puiatti, firmatario del documento che esprime il nulla-osta al conferimento nella ex cava Poiana di 80 mila metri cubi di inerti da parte di una ditta privata. L’ex cava Poiana come da noi denunciato, e poi accertato anche dall’Arpav nel sopralluogo del 6 agosto scorso, presenta diversi rifiuti interrati anche di tipo industriale. Abbiamo chiesto che chi di dover si farsi carico del problema affinché effettui i dovuti accertamenti».

Questo in soldoni è il quadro ambientale nel piccolo centro del Bassanese. Tuttavia questa vicenda da giorni sta tenendo banco sui media con Zanoni non lascia un momento di tregua all'assessore regionale all'ambiente Gianpaolo Bottacin del Carroccio. Non più tardi di avant'ieri i due avevano incrociato le lame a suon di dispacci. Zanoni aveva chiesto lumi all'assessore in merito alle autorizzazioni. L'esponente leghista gli aveva risposto «studiati le deleghe, la responsabilità di quei procedimenti non è del mio assessorato». Zanoni però non era stato con le mani in mano e aveva «sbugiardato sonoramente Bottacin carte alle mano» facendo presente che da una parte le deleghe dell'assessore riguardano anche gli aspetti relativi alla ex cava rosatese e che per di più è «molto umiliante» per i cittadini veneti «assistere allo spettacolo» di un membro della giunta che «non avendo argomenti decide di buttarla in caciara». Un giudizio che Zanoni ha mantenuto anche quando Bottacin non più tardi di ieri pomeriggio era tornato ad accusare il consigliere del Pd di criticare la giunta andando continuamente fuori bersaglio.

ASCOLTA L'AUDIO-INTERVISTA AD ANDREA ZANONI

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