rotate-mobile
Politica Bassano del Grappa

Cunial, alla Camera senza greenpass

La deputata saluta con favore la decisione di Montecitorio di consentirle, ad alcune condizioni, di non esibire la certificazione: frattanto sulla onorevole bassanese si addensano le nubi del caso Italygate

Social network e stampa stanno dando molto risalto alla decisione dei questori di Montecitorio. I quali hanno acconsentito all'onorevole bassanese Sara Cunial del Misto, da sempre scettica sull'obbligo della mascherina anti-coronavirus e sull'obbligo di esibire il certificato saniatrio, di partecipare alle sessioni della Camera dei deputati pur senza mostrare il green pass. La partecipazione ai lavori avverrà quindi non direttamente dagli scranni dell'aula ma dalla tribuna del pubblico. Ieri 18 novembre era stata la stessa Cunial, in una breve nota, a salutare con favore il superamento della iniziale decisione dei questori, che poi sono i deputati che vigilano sul rispetto delle norme interne alle camere.

«COERENTE CON ME STESSA»
«Sono molto soddisfatta - scrive la deputata - di apprendere che l'esercizio del mandato di rappresentanza popolare sia ancora in vigore nel nostro Paese... Tornerò in aula senza mostrare alcuna tessera di regime, coerente con me stessa, la nostra Costituzione e quella parte di popolo italiano che sta lottando contro insane, insensate e criminali restrizioni che umiliano la nostra democrazia e la nostra intelligenza».

LA DECISIONE
«Oggi - si legge ancora nella nota - tutti i miei colleghi parlamentari dovrebbero gioire della decisione del presidente del collegio d'appello Andrea Colletti, di accogliere, con un decreto cautelare monocratico, la mia richiesta di sospensiva della delibera con cui il collegio dei questori ha introdotto l'obbligo del Green pass per accedere a tutte le sedi della Camera».

ITALYGATE
Ad ogni modo Cunial non è al centro delle cronache solo per la querelle sui dispositivi di protezione. La deputata bassanese è finito al centro di una inchiesta di Repubblica.it sul caso Italygate che in ragione dei suoi contorni da spyware-story, sta facendo il giro delle cancellerie di mezzo mondo. Il servizio del quotidiano romano è stato ampiamente ripreso da Salernotoday.it il quale ha dato conto della vicenda in questo modo. «Il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria - si legge sulla testata campana - ha avviato un'indagine interna per chiarire aspetti e ragioni di una visita fatta da alcuni americani, che sarebbero entrati senza autorizzazione nel carcere di Salerno, dieci mesi fa, per interrogare Arturo D’Elia, il 39enne hacker di Eboli. Il quotidiano La Repubblica ha dato ora notizia che il capo del Dap ha chiesto dettagli alla direzione del penitenziario di Fuorni, guidata da Rita Romano, sulla visita avvenuta il 19 gennaio scorso».

LA VISITA
Quella visita datata 19 gennaio 2021, riporta Salernotoday.it, viene confermata dall'avvocato del 39enne ebolitano, Nicola Naponiello: «I due soggetti entrarono con la deputata Cunial, provarono a fare domande sulle elezioni americane. Il mio assistito si spaventò, segnalai tutto ai pm». L'hacker era stato «già condannato dal tribunale di Napoli perchè accusato di essere penetrato nei sistemi di sicurezza informatica di Leonardo Spa, pilastro della Difesa italiana: primo azionista il ministero dell'Economia e Finanza). Nel dettaglio, avrebbe spiato almeno 100mila file. Con lui fu arrestato anche un collega, ora atteso da un processo per depistaggio. Riguardo al caso più attuale, invece, il carcere di Salerno avrebbe - condizionale d'obbligo - registrato come visitatrice la sola deputata Cunial, oggi nel gruppo Misto ed ex M5S. L'ingresso risaliva alle ore 11, con uscita alle 13. Lei sola, senza i tre accompagnatori. Eppure gli americani che pure sarebbero stati presenti, comprendevano anche un avvocato vicino ad un dirigente della Difesa degli Stati Uniti. C'è di più: il sospetto è che i due ufficiali o addetti diplomatici dell'ambasciata Usa a Roma - ad oggi non identificati - sarebbero entrati nel carcere per avere notizie da D'Elia».

UNA CHIAVE DI LETTURA
A dare una chiave di lettura sulla vicenda, è stato Jacopo Jacoboni, giornalista del La Stampa con buone entrature nel nella galassia statunitense di marca più liberal. «Ma Sara Cunial - scrive Jacoboni su La Stampa on line del 19 novembre - una delle più incredibili e stravaganti elette di questa legislatura, portata in parlamento dal Movimento Cinque stelle, poi uscita dai Cinque stelle e finita spesso sui giornali per posizioni no vax, complottiste, sovraniste, è una figura su cui si stanno addensando interrogativi assai più rilevanti per un'altra vicenda, molto più cupa, quella del cosiddetto Italygate, il tentativo da parte del campo di Donald Trump di sostenere una ennesima teoria complottista: ossia che le elezioni americane che hanno visto vincere Joe Biden siano state in realtà truccate... con uno switch informatico di voti... dall'Italia, utilizzando dei satelliti dell'azienda Leonardo collocati in Germania».

La teoria, scrive Jacoboni «è assurda e lunare per mille motivi, ma la cosa incredibile è che i trumpiani hanno davvero cercato in Italia prove» o hanno cercato di «costruirle per sostenerla». In questa luce rientra «una vicenda rivelata da Repubblica pochi giorni fa: due attaché militari americani sono stati fatti entrare, lo dichiara l'avvocato di un detenuto italiano, un hacker accusato di crimini informatici ai danni di Leonardo, in carcere a Salerno proprio Cunial. Gli americani avrebbero avuto l'obiettivo di contro-interrogare l'hacker, nel quadro appunto di una ricerca di chissà quali verità sull'Italygate. E ancora, quale parlamentare spunta che consente questa manovra? Sempre lei: Sara Cunial. Una delle tante creature del M5S». Quella fornita da Jacoboni è una chiave di lettura. La vicenda è delicatissima (in qualche modo ne è prova il relativo silenzio con cui la notizia è passata) per una miriade di motivi, tanto che il Ministero della giustizia avrebbe avviato una indagine interna. Tutto da decifrare poi è il contesto delle relazioni tra Usa e Italia in cui si sarebbe consumata la vicenda: sia sul piano dell'intelligence sia sul piano delle relazioni diplomatiche. Cunial, contattata per un commento sulla vicenda, è risultata al momento irraggiungibile.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Cunial, alla Camera senza greenpass

VicenzaToday è in caricamento