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Il dopo Covid-19: «Santorso, rischia la cardiologia»

Coalizione civica Alto vicentino denuncia che l'emergenza coronavirus potrebbe essere la scusa per ridurre al lumicino alcuni reparti: e in piena bufera sulla «lobby del ponte» trapela un «carteggio esplosivo»

L'emergenza coronavirus rischia di trasformarsi nella cortina fumogena grazie alla quale la Regione Veneto potrebbe svilire ancora di più l'ospedale di Santorso che serve l'intero comprensorio dell'Alto vicentino. Questa è la piega che gli eventi stanno prendendo negli ultimi giorni secondo una durissima ricostruzione diramata oggi 2 maggio dal gruppo scledense di Coalizione civica.

L'accusa è di una gravità inaudita: «a Santorso si rischia di perdere il reparto di cardiologia» fa sapere in consigliere comunale di Schio Carlo Cunegato che ha vergato assieme a Giorgio De Zen (entrambi appartengono appunto a Coalizione civica) un dispaccio diramato in mattinata che di fatto smentisce, almeno per quanto riguarda la parte settentrionale della provincia berica, i buoni propositi per un ritorno ad una normalità sanitaria espressi di recente dal governatore veneto, il leghista Luca Zaia, il quale in questo senso ha elaborato con i suoi esperti un vero proprio vademecum con tanto di linee guida.

LA BORDATA
Appresso un'altra bordata in cui si richiama un carteggio, definito da Cunegato «esplosivo», interno alla Ulss 7 Pedemontana, ossia quella in cui ricadono i comprensori dell'Alto vicentino e del Bassanese: «Preoccupa inoltre una lettera inviata all'Ulss dal primario di cardiologia Bortolo Martini, prossimo alla pensione dal mese di giugno, che segnala il pericolo di politiche che favoriscono Bassano, e rischiano di demolire definitivamente anche la cardiologia, completando un piano di indebolimento della sanità dell'Alto vicentino che noi andiamo denunciando dal lontano 2016». E per non farsi mancare nulla Cunegato e De Zen aprono le virgolette e citano testualmente la missiva del primario: «A Santorso sono state chiuse le unità operative semplici, note come Uos, a valenza dipartimentale di emodinamica e le cosiddette unità operative semplici di riabilitazione cardiologica e di medicina dello sport. Viene attivata una Uos di unità coronarica ed una di emodinamica. A Bassano vengono contemporaneamente attivate due unità di emodinamica, una di elettrofisiologia ed una Uos di cura intensiva cardiologica. Tutta questa manovra gestionale a palese favore di Bassano non ha nessuna giustificazione e lede gravemente le potenzialità assistenziali della popolazione dell'Alto vicentino».

«LA LOBBY DEL PONTE»
Cunegato e De Zen non lo scrivono espressamente ma la cannonata più che a Zaia è indirizzata ai triumviri che hanno in mano le redini del Carroccio nell'hinterland bassanese. Che sono poi la rosatese Manuela Lanzarin (assessore regionale alla sanità), il sandricense Roberto Ciambetti (potentissimo presidente del consiglio regionale veneto), il bassanese Nicola Finco (consigliere regionale del Carroccio). Oltre ai tre leghisti la stilettata potrebbe essere indirizzata ad un altro peso massimo della cosiddetta «lobby del ponte» ossia Elena Donazzan: una bassanese doc che in giunta regionale occupa la casella dell'assessorato alla formazione pur militando in Fdi. Si tratta di una «lady di ferro» da sempre in rapporti «oltremodo cordiali» con la galassia di Comunione e liberazione.

SVILIMENTO CONTINUO
E Coalizione civica nel constatare questa sproporzione a detrimento del comprensorio scledense incalza ancora una volta la giunta regionale: «Tutta l'interventistica cardiologica ormai è nelle mani di Bassano e il nostro territorio sta perdendo un altro pezzo fondamentale della sanità». Non senza un certo qual sarcasmo poi i due esponenti politici abbozzano un confronto spiegando che il reparto di elettrofisiologia, un tempo vanto dell'Alto vicentino è stato ormai superato perfino da quello di Arzignano, attribuendo de facto una almeno apparente patente da ultimo della classe al distretto ospedaliero Agno-Chiampo: «Fino a qualche anno fa avevamo una elettrofisiologia più efficiente di Vicenza. Adesso, a causa di una mancanza di investimenti, siamo tra i peggiori, superati anche da Arzignano».

«L'INCIUCIO COL CENTROSINISTRA»
Ad ogni modo sullo sfondo rimane una contraddizione politica di non poco conto alimentata da rumors e boatos di palazzo. Se sul piano locale da settimane Coalizione civica, che è collocata a sinistra nello schieramento del centrosinistra, spara a palle incatenate contro palazzo Balbi, lo stesso non avviene «per i Gauleiter» del centrosinistra regionale. La cosa vale in primis per Arturo Lorenzoni, che oltre a essere il vicesindaco di Padova, oltre ad essere, almeno per il momento, lo sfidante di Luca Zaia alle prossime elezioni regionali, non ha mai proferito verbo sulla scorta delle lamentele dei suoi nel Vicentino. Idem con patate sta accadendo nel campo del democratico, visto che il gruppo del Pd da settimane non solo ha smorzato ogni critica verso il governatore ma si è, almeno apparentemente, completamente ibernato, ritirandosi di fatto dalla scena politica. Il che ha alimentato voci e dicerie «su un inciucio ad alto livello» tra Zaia «e ambienti che contano nel centrosinistra».

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