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L'Iva salata manda in crisi il Comune. "Raschiamo il fondo del barile"

L'aumento dal 20 al 21% deciso nell'ultima manovra costringe palazzo Trissimo a usare i soldi del "fondo di riserva". Il sindaco: "Questo è il futuro che il governo Berlusconi sta disegnando per l'Italia"

L'aumento dell'Iva manda sul lastrico il Comune di Vicenza, che è costretto a una variazione di bilancio e riesce a mantenere i conti in ordine solo attingendo al suo fondo di riserva. Il passaggio dal 20 al 21% dell'Iva, decisa nell'ultima finanziaria "lacrime e sangue" decisa dal governo, ha costretto la giunta a prelevare 123.250 euro dal fondo di riserva, che si riduce così a 777 mila euro in totale. Un solo punto percentuale in più di tassa, infatti, costa a palazzo Trissino un salasso di 113.250 euro in più per l'acquisto di beni e servizi, dalla cancelleria alle manutenzioni, dalla benzina dei mezzi comunali ai computer. 10 mila euro saranno usati per la benzina della polizia locale.

"Ci vediamo costretti a raschiare il fondo del barile addirittura per pagarci le penne e la benzina - commenta il sindaco Achille Variati - Il Comune quest’anno ha fatto grossa fatica a farsi carico degli effetti negativi dei continui tagli ai trasferimenti, affinché non fosse la cittadinanza a pagare direttamente. Ma per poter garantire almeno i servizi essenziali alle fasce più deboli della popolazione, lo Stato ci sta mettendo nelle condizioni di non poter garantire in futuro lo stesso standard alla generalità dei contribuenti. Questo è il futuro che il governo Berlusconi sta disegnando per l'Italia e anche per i vicentini: tagli selvaggi che colpiranno i servizi essenziali. E a pagare saranno i più deboli".

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